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Senza consenso è stupro, la battaglia politica per riconoscere le forme di violenza sessuale

by | Nov 20, 2025 | Tecnologia


C’è da dire in realtà che in Italia, la Cassazione italiana già da anni attribuisce un ruolo centrale al consenso nelle sentenze, interpretando in maniera ampia il concetto di violenza e minaccia e fornendo ai giudici strumenti per valutare le situazioni più complesse. Se l’emendamento al consenso esplicito in caso di stupro dovesse passare, occorrerà fare tesoro delle precedenti esperienze europee per evitare casi come quello della Spagna, dove alcuni condannati per abusi hanno richiesto la revisione della pena ottenendo degli sconti, come racconta Il Post.

I casi che hanno scosso l’Europa

Se la legge venisse approvata l’Italia si unirebbe a ventuno altri paesi europei che hanno già adottato leggi basate sul consenso: Belgio, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. Questo cambiamento culturale e normativo ha preso slancio amano a partire dal 2017, quando il tema del consenso sessuale ha cominciato a diffondersi in tutta Europa, spinto da campagne delle associazioni per i diritti delle donne e da casi di cronaca che hanno messo in luce i limiti delle legislazioni esistenti.

Il caso più noto è quello spagnolo de “La Manada” (il branco, ndr.): nella notte tra il 6 e il 7 luglio 2016, durante San Fermín a Pamplona, cinque uomini trascinarono una ragazza di diciotto anni nell’androne di un palazzo e la violentarono per quasi trenta minuti, filmando tutto. La ragazza restò immobile per lo shock. Nel 2018 il tribunale li condannò non per stupro ma per abuso sessuale.

Infatti non c’era stata violenza o minaccia sufficiente a configurare lo stupro, anche se i giudici ammisero che la vittima non aveva acconsentito. La sentenza scatenò proteste nazionali. Migliaia di persone scesero in piazza con lo slogan “Non è abuso, è stupro“. Nel 2019 la Corte suprema ribaltò il verdetto portando la pena a quindici anni, mentre nel 2022 il parlamento spagnolo approvò la Legge per la Garanzia integrale della libertà sessuale – anche nota come legge del “solo sì è sì” – eliminando di fatto la distinzione tra abuso e violenza sessuale.

Anche la Francia ha vissuto una vicenda simile. Gisèle Pelicot ha scoperto nel 2020 che il marito l’aveva drogata per anni reclutando decine di uomini su internet per stuprarla durante lo stato di incoscienza. Tra il 2011 e il 2020 almeno cinquantuno uomini hanno abusato di lei. Il processo si è concluso a dicembre 2024 con condanne pesanti e Pelicot è diventata un simbolo della lotta contro la violenza sessuale. Il 29 ottobre scorso il Senato francese ha approvato all’unanimità una legge che definisce lo stupro come qualsiasi atto sessuale non consensuale.

L’iter italiano e le pressioni internazionali

In Italia la discussione va avanti da anni. La deputata del Pd Laura Boldrini ha depositato il 7 febbraio 2024 la proposta di legge per modificare l’articolo 609-bis. L’iter è stato lento: la proposta è arrivata in Commissione giustizia a maggio 2024, l’esame è iniziato nell’autunno, tra gennaio e febbraio 2025 ci sono state le audizioni di esperti, poi pochi passi avanti prima della pausa estiva. I lavori sono ripresi solo in autunno. Nel frattempo il dibattito pubblico si è intensificato. Amnesty International ha condotto campagne con l’hashtag #IoLoChiedo, la Fondazione Una nessuna centomila ha lanciato lo slogan “Se io non voglio, tu non puoi“.





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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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