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mercoledì, Mar 11

Senza prime pagine e talk show, la Lega di Salvini è in caduta libera nei sondaggi



Da Wired.it :

Cosa succede quando un leader politico che trasforma l’attualità in emergenza si trova davanti a una vera emergenza? Nulla di buono, almeno a giudicare dai sondaggi

(Foto di Ivan Romano/Getty Images)

Nelle ultime settimane il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 ha avuto un impatto totalizzante sul racconto mediatico italiano, monopolizzando scalette dei telegiornali, prime pagine dei quotidiani e temi di discussione nei talk show. Tra i tanti effetti collaterali di un dibattito pubblico incentrato sull’epidemia, ce n’è uno meno immediato degli altri, ma altrettanto atipico per il nostro panorama informativo: la politica viene trattata quasi esclusivamente dal suo versante istituzionale, quello privo di polemiche, uscite a effetto e campagne di propaganda. E questa, almeno a giudicare dai sondaggi pubblicati in queste ore, non è decisamente una buona notizia per Matteo Salvini.

Il leader oscurato

Secondo un monitoraggio condotto dall’Osservatorio di Pavia, nelle 72 ore successive alla scoperta del primo caso di coronavirus a Codogno i notiziari nazionali hanno dedicato all’emergenza sanitaria l’82,5% dello spazio a disposizione (con punte oltre il 90% per Tg4 e Tg La7), percentuale che a distanza di una settimana si è attestata attorno al 58%.

L’Osservatorio Tg di Eurispes e La Sapienza calcola invece che tra il 22 e il 28 febbraio il 72% delle notizie abbiano avuto come argomento principale il coronavirus, con lo spazio residuo in prime time destinato soprattutto alle operazioni di contrasto della criminalità organizzata (7%) e agli scontri in Siria, con la conseguente risposta di Erdogan (4%). Nello stesso periodo del mese precedente Matteo Salvini era stato il più presente nei titoli dei Tg, con 30 citazioni in cinque giorni.

Con oltre la metà dell’informazione televisiva ancora oggi dedicata al racconto del virus, delle misure messe in campo per contenerne la diffusione e delle conseguenze economiche dell’epidemia, lo spazio occupato dalla politica si restringe vistosamente, mettendo a nudo gli effetti dell’esposizione mediatica su sondaggi elettorali e indici di gradimento.

Per la prima volta da luglio 2018, infatti, la Lega di Matteo Salvini scende sotto la soglia del 30% nei sondaggi dei principali istituti demoscopici italiani (la cui media ponderata è pubblicata settimanalmente da YouTrend) perdendo oltre un punto percentuale in un mese, con gli altri partiti del centrodestra che al contrario confermano un trend di crescita. Un calo che diventa ancora più evidente nell’ultima rilevazione di Ixè, che attribuisce al partito di Salvini il 27,2% delle intenzioni di voto, mezzo punto in meno rispetto a una settimana fa e appena 5 punti sopra il Partito Democratico.

Un mese piuttosto travagliato

E dire che per attirare l’attenzione dei media, Salvini le ha provate davvero tutte. La prima posizione ufficiale del leader leghista sulla gestione del virus risale al 31 gennaio ed è un attacco diretto nei confronti dell’esecutivo, accusato di aver messo in pericolo “la salute e la sicurezza degli italiani” omettendo i controlli sui due turisti cinesi risultati positivi al coronavirus.

L’accusa cade ben presto nel dimenticatoio, anche perché all’orizzonte si staglia un bersaglio ben più ghiotto. È il 4 febbraio e Matteo Salvini twitta: “L’Africa è ad alto rischio per la diffusione del coronavirus. Quindi il problema potrebbe arrivare anche da chi sbarca clandestinamente in Italia. Come reagirà il governo dei porti aperti?“. I casi confermati in Africa sono al momento 42, di cui uno proveniente dall’Italia.

La ricetta, per Matteo Salvini, è quella di sempre: “Blindiamo, sigilliamo i nostri confini. Meglio controllare adesso che piangere dopo” fa sapere in una diretta Facebook datata 21 febbraio, appena sei giorni prima di emanare il contrordine, sempre in formato video-selfie: “Riaprire, riapriamo tutto quello che si può riaprire”. In mezzo, diversi problemi di comunicazione con il premier Giuseppe Conte e la proposta di un governo di solidarietà nazionale per affrontare l’emergenza e andare al voto in otto mesi, bocciata da quasi tutte le parti in causa.

Il mese più lungo della carriera di Matteo Salvini si è concluso ufficialmente lo scorso 5 marzo, con un’intervista a tutta pagina rilasciata al quotidiano spagnolo El Pais. Constatato l’ingorgo informativo sul territorio italiano, l’ex ministro dell’Interno ha utilizzato le colonne iberiche per puntare ancora una volta il dito contro la gestione dell’emergenza messa in campo dal governo, in un afflato decisamente poco aderente alla consueta retorica nazionalista e che rischia di aver peggiorato l’immagine dell’Italia agli occhi dell’opinione pubblica straniera. La solidarietà nazionale può attendere, per ora basta la ribalta mediatica europea.

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[Fonte Wired.it]