Il 72% degli italiani crede che l’intelligenza artificiale generativa avrà un impatto positivo sulla scienza e la medicina, dimostrando un’apertura maggiore verso questi strumenti tecnologici. Secondo un’indagine condotta da Google e Ipsos in 21 paesi, compresa l’Italia, il 43% degli italiani utilizza già l’IA, di cui il 71% sul lavoro. C’è entusiasmo per le potenzialità dell’IA nella scienza, medicina e benessere (72%), nell’istruzione (59%), nella cybersecurity e nell’agricoltura (entrambi al 43%).
Gli italiani vedono l’utilizzo prioritario dell’IA nell’aiutare le persone a gestire dati o sistemi complessi (82%) e nel supportare il benessere dei lavoratori (82%). A differenza di alcuni, la maggioranza degli italiani crede che l’IA libererà tempo al lavoro, consentendo di concentrarsi su aspetti più gratificanti (58%) anziché aumentare la richiesta ai lavoratori di fare di più con meno (42%).
Sette italiani su dieci (71%) utilizzano l’IA per lavoro, soprattutto per scrivere (74%), generare idee e progetti (62%) e risolvere problemi (78%). C’è ottimismo sull’impatto dell’IA sull’economia, con un terzo degli intervistati che ritiene che influirà positivamente e il 61% che cambierà le professioni in meglio nei prossimi 5 anni.
Tuttavia, sorgono anche preoccupazioni: il 24% crede che l’IA avrà un effetto negativo sull’economia e il 33% teme danni a professioni e settori lavorativi. La maggioranza degli italiani (53%) pensa che il nostro Paese non stia facendo abbastanza per beneficiare dell’IA. Sono comunque favorevoli al supporto delle aziende di IA nella formazione del governo il 65% e alla collaborazione tra soggetti pubblici e privati per testare strumenti innovativi il 61%.
FP