La storia di Ernest Shackleton terminò il 5 gennaio 1922, quando il brillante e intrepido esploratore morì a causa di un’insufficienza cardiaca mentre si trovava a bordo della nave Quest. L’imbarcazione continuò ad essere utilizzata per vari scopi fino al 5 maggio del 1962, quando affondò a largo delle coste del Labrador, Canada. Da allora, i resti della Quest riposano sul fondale dell’oceano e sono stati ritrovati pochi giorni fa a circa 390 metri di profondità da una squadra della Royal Canadian Geographical Society (Rcgs).
X content
This content can also be viewed on the site it originates from.
Il ritrovamento
La spedizione è stata guidata da John Geiger, direttore generale della Rcgs. La sua squadra di storici e oceanografi, si legge in una news della Bbc, ha utilizzato diari di bordo, registri di navigazione, fotografie e altri documenti storici per individuare le coordinate del punto in cui la Quest affondò nel 1962 a causa della collisione con uno spesso strato di ghiaccio. Grazie ai dati e alle immagini raccolte dai sonar è stato poi possibile confermare il ritrovamento.
Il relitto giace sul fondale in posizione quasi verticale e, a parte l’albero maestro spezzato, per il resto sembra essere praticamente intatto. Al momento il vascello si trova in un’area protetta e verrà lasciato lì dov’è, si legge ancora sulla Bbc, ma la squadra spera di poter tornare sul posto nei prossimi mesi per poterlo fotografare tramite un veicolo pilotato da remoto.



