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venerdì, Nov 22

SharryLand, la startup che ti suggerisce cosa fare nel weekend


Si chiama SherryLand ed è un aggregatore di tutte le iniziative che sono in programma in Italia. Punta a connettere i gitanti alla ricerca di luoghi ed esperienze inedite con le persone del territorio

SharryLand (crediti: ufficio stampa SharryLand)

Nel 2018 gli italiani che hanno deciso di fare la classica gita in giornata sono stati 83,6 milioni secondo l’Istat. Un dato in crescita rispetto al 2017: +19,5%. Gli utenti che da mobile hanno digitato su Google “cose da fare” o “esperienze vicino a me” sono aumentati di 6 volte dal 2015 al 2018. La ricerca di intrattenimento quotidiano, alla scoperta di luoghi, manifestazioni, iniziative ma anche mostre, eventi legati al cibo, alla cultura e non solo, è sempre più forte. Il tempo libero è diventato un momento da riempire.

Per fare incontrare domanda e offerta si sono affacciate sul mercato diverse piattaforme che connettono gitanti alla ricerca di nuove attività e professionisti, associazioni culturali e operatori economici attivi nel settore del turismo esperienziale. SharryLand è arrivata in questi mesi, a novembre ha lanciato le sue app su smartphone. Si tratta di un portale che aggrega le proposte del territorio italiano. Dove è possibile avere una panoramica chiara di quello che viene pubblicato con dettagli su chi organizza, eventuale costo, tipologia di tour o esperienza, numero di partecipanti. Dal virtuale, al reale.

Come funziona

SharryLand è nata nel novembre 2017. L’obiettivo dei tre fondatori – Luigi Alberton, Maria Cristina Leardini e Paolo Bernardini – è stato quello di rispondere a bisogni diffusi come la valorizzazione di territori secondari e la creazione di occasioni d’incontro. Tutto attraverso strumenti digitali avanzati, scalabili e facili da usare, in grado di accorpare in un’unica piattaforma social le frammentarie informazioni del web. E rendendo possibile l’accesso a luoghi ed esperienze fuori dai soliti giri, alla scoperta di strutture, paesaggi o monumenti dimenticati. Il tutto coinvolgendo anche i residenti.

Forniamo strumenti innovativi e aggreganti non solo a chi cerca idee e ispirazioni per il tempo libero, ma anche a chiunque voglia promuovere le meraviglie nascoste . A chi dà impulso all’incontro tra le persone e mette in campo i suoi talenti per offrire esperienze di qualità. A chi intende creare reti tra le tante realtà d’eccellenza che quotidianamente si spendono per la tutela e la valorizzazione dei loro territori”, spiega Alberton.

Nella community, gli utenti possono essere sia fruitori sia fornitori di contenuti, proposte, servizi. “Vogliamo creare una grande mappa delle meraviglie “, dice Leardini. “Siamo alla ricerca di storyteller da tutta la penisola, che sappiano raccontare i loro luoghi del cuore”.

Business model

Il business model della startup si basa su varie fonti. I servizi adv, di pagamento per prenotazioni e acquisti – su cui ha una percentuale a ogni transazione – e di big data analytics. I servizi per operatori economici ed esercenti, chiamati “Bravi e Buoni”; lo sviluppo di reti territoriali e accordi e sinergie con altre reti. E il coinvolgimento di aziende sponsor, i “Paladini”, con formule che valorizzano il loro impegno per il territorio. Come Fondazione Cariplo, che racconterà le meraviglie che in questi anni ha sostenuto per restauri, conservazione o valorizzazione, e che vuole far conoscere per renderle più fruibili.

I propositi dei tre fondatori sono già stati condivisi da una cinquantina di piccoli investitori, che a oggi hanno sottoscritto un aumento di capitale di 650mila euro. Nel 2020, il concetto di sharing verrà aperto a tutti, favorendo un azionariato diffuso attraverso una campagna di crowdfunding.

In futuro

Il prossimo passo sarà quello di diventare glocal. Rilasceremo presto la versione multilingua della piattaforma per i turisti stranieri, e metteremo così in relazione i professionisti e i prodotti del nostro Paese con il resto del mondo”, conclude Alberton.

È anche stato avviato uno spin-off per risolvere il problema della mobilità nei territori secondari. Si chiamerà SharryGoal e sarà una app autonoma, ma integrata con SharryLand.

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