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giovedì, Mar 16

Shazam! Furia degli Dei poteva andar bene vent’anni fa



Da Wired.it :

Shazam! Furia degli Dei alla fine è anche peggio di quanto le prime indiscrezioni e lo stesso, moscissimo, trailer facessero presagire. A quattro anni di distanza dal primo, abbastanza godibile e simpatico film, il supereroe ideato da C.C. Beck e Bill Parker nel 1939 torna sul grande schermo con una nuova avventura. Il risultato finale è assolutamente disastroso, tanto che viene da chiedersi come sia stato possibile che nessuno si sia accorto di cosa stava succedendo in tempo, se davvero non vi era alternativa a mandarlo in sala in questo modo. Di certo, un altro progetto finito in un disastro per la Warner Bros. 

Facendo a cazzotti con la mitologia greca

Shazam! La Furia degli Dei è ambientato poco dopo gli eventi del primo film, quando Billy Batson (Asher Angel) era stato dichiarato il nuovo Campione dallo Mago Shazam (Djimon Hounsou) e aveva sconfitto il malvagio Dott. Thaddeus Sivana (Mark Strong). Ora, assieme alla sua nuova famiglia, a Freddy, Eugene, Daria, Pedro, Mary, dovrà vedersela con una nuova nemesi, sbucata direttamente da un passato che più mitologico davvero non si può. Stiamo parlano di Hespera (Helen Mirren), Kalypso (Lucy Liu) e Anthea (Rachel Zegler), tre redivive figlie di Atlante, un tempo private del loro potere ma ora tornate per vendicarsi della Terra e dei suoi abitanti. Naturalmente Shazam (Zachary Levi) e gli altri cercheranno in tutti i modi di opporsi al loro diabolico piano, che prevede di riprendersi tutta la magia che era stata loro tolta e distruggere il mondo per come lo conosciamo. Ma non hanno fatto i conti con il nostro Shazam, con la sua grande forza di volontà. 

Shazam! La Furia degli Dei ha avuto feedback in fase di screen test tutt’altro che positivi, ma ciò non è bastato o servito alla Warner per riuscire a mettere mano a ciò che non funzionava. La sceneggiatura di Henry Gayden e Chris Morgan (che ha sostituito Darren Lemke) rispetto al primo film è una sorta di enorme e faticosissimo tentativo di creare un mix tra teen movie, film di formazione, film sui supereroi e fantasy. Fin dal primo dei 130 minuti, si ha come l’impressione che ciò che vi era di brillante, irriverente e gustoso nel primo film, sia stato sostanzialmente cancellato. Il world building stavolta è veramente incoerente, ma più ancora noioso, sterile, privo di ogni brio e ogni capacità di catturare l’attenzione, di regalare qualcosa di fantasioso e di accattivante. Ad un inizio sonnacchioso, segue tutta una prima parte farcita di inutili lungaggini, spiegazioni e una dimensione action ed avventure davvero inconsistente. 

Uno degli elementi che immediatamente saltano all’occhio è quanto l’insieme appaia vecchio, stantio, quasi fosse un prodotto uscito dalla prima metà degli anni 2000, quando il genere dei cinecomic era ancora considerato minore. Davvero si può pensare di fare un film sui supereroi esclusivamente per ragazzini? Da non prendere seriamente e che non si prenda seriamente? Se l’ultimo elemento può essere quasi sempre un vantaggio, in questo caso diventa una pietra al collo, perché questo è un film dove vi è un’evidente problema a livello di sceneggiatura per quello che riguarda dialoghi, motivazione di personaggi, la loro caratterizzazione, svolte narrative e capacità di andare oltre l’ovvio ed il prevedibile. Shazam! Furia degli Dei avrebbe potuto dire la sua ai tempo della saga sui Fantastici 4, Daredevil o i mitici X-Men della FOX, ma oggi, nel 2023, appare incredibile che un film di questo tipo possa ancora prendere vita.

Gli attori ce la mettono tutta, in particolare Jack Dylan Grazer si conferma ancora una volta un grandissimo talento. Riesce a fare del suo Freddy un dolo di un qualsiasi ragazzino o da ex ragazzino privo di quelle dozzinali qualità, che ai tempi delle superiori facevano la differenza tra essere un vincente e un perdente agli occhi di coetanei. In tempi in cui si cerca di tratteggiare personaggi portatori di problematicità in modo mediocre, lui, con quella stampella, armato di irriverenza, un senso dell’umorismo irresistibile e goffaggine, pare spuntato dal meglio dei teen movies anni ’80. Il problema è che lo script penalizza tutti gli altri, in particolar modo Asher Angel, qui ormai ridotto a sorta di controfigura a favore di lui, di Zachary Levi. Ma alla luce del risultato finale, Shazam! Furia degli Dei sarà con ogni probabilità la sua ultima avventura da supereroe.

Un cinecomic fuori tempo massimo

Il fu Chuck Bartowski e Kipp di Perfetti… ma non troppo, era tanto ispirato, credibile e divertente nel primo film, quanto in questo invece appare legnoso, poco a suo agio, più che divertente, macchiettistico, non convince mai. La sua presenza scenica pare ridotta al lumicino, così come la sua capacità di interagire efficacemente con il resto del cast, che pare essere veramente senza basi su cui poggiarsi. Anche in questo caso, sul banco degli imputati va una sceneggiatura impalpabile, incapace di valorizzare il personaggio, ora depotenziato ora fatto diventare una sorta di clone di Superman. Gli scambi di battute di Levi con una glaciale Helen Mirren e una Lucy Liu assolutamente fuori parte, aumentano la sensazione di disagio, di una scarsissima ispirazione generale nel progetto, indeciso se essere un film corale o che. E dire che il primo, per quanto non un grandissimo successo al botteghino, pareva poter finalmente donare ossigeno creativo alla Warner. 

Shazam! Furia degli Dei ha i suoi momenti, in particolare verso il finale, quando creature care ad ogni amante della mitologia greca prendono vita, facendo fare al tutto una specie di digressione verso atmosfere alla Harry Potter. Ma è solo un attimo, poi ecco che tutto torna nella mediocrità, strangolando anche un personaggio come quello della Zegler, che meriterebbe ben altre possibilità, perché il talento sappiamo che non le manca. Lei, come ogni altro, è costretta a cimentarsi in battute, scambi e digressioni narrative che abbiamo già visto cento volte, dai tempi del primo Spiderman di Sam Raimi fino alla saga sui Transformers di Michael Bay. Questa è una responsabilità che riguarda non tanto Sandberg (che comunque fa di tutto per rendere i film piattissimo anche visivamente) ma ovviamente Gayden e Morgan. Forse pensavano che riciclare roba di vent’anni fa senza farsi scoprire fosse una mossa furba.



[Fonte Wired.it]