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venerdì, Feb 12

Si sta testando un mix dei vaccini Pfizer-BioNTech e AstraZeneca contro il coronavirus



Da Wired.it :

È stato annunciato un nuovo trial clinico, in Inghilterra, in cui i partecipanti riceveranno una dose di un vaccino e la seconda dose dell’altro. L’obiettivo è capire se il mix dei vaccini è valido e ci potrà essere maggiore flessibilità nelle somministrazioni. I primi risultati entro giugno 2021

mix dei vaccini
(foto: MisterTux via Pixabay)

Contro il coronavirus, un mix dei vaccini, già in uso ma solo separatamente, potrebbe essere efficace? Se lo sta chiedendo il Regno Unito, che ha appena dato il via ad un nuovo studio clinico che combina la somministrazione del vaccino di Pfizer-BioNTech e di quello di AstraZeneca, prima uno e poi l’altro (o viceversa). I due prodotti sono entrambi approvati e in uso anche nell’Unione europea, ma in nessun paese in maniera mixata. L’obiettivo alla base del trial appena annunciato dalle autorità inglesi è cercare di capire se la somministrazione di questi due vaccini possa essere più flessibile e dunque facilitarne la distribuzione e l’accesso per più persone. Al momento il mix dei vaccini è solo teorico e non è previsto alcun cambiamento nella strategia vaccinale e i primi dati dello studio potrebbero arrivare non prima di giugno 2021, stando a quanto riferisce Reuters, ma potrebbero essere utili nel periodo successivo per capire se e come aggiustare il tiro.

Come funzionerà il nuovo trial inglese

Le strade da percorrere nella lotta al Covid-19 sono tante e differenziate e oggi il Regno Unito, in anticipo rispetto all’Unione europea anche nell’approvazione di questi vaccini, ha deciso di provare la nuova formulazione. I ricercatori prevedono di coinvolgere 820 persone (qui la pagina per chiedere di partecipare) con più di 50 anni, ancora non vaccinate. I partecipanti riceveranno due dosi di vaccino, di cui la prima di quello di Pfizer-BioNTech oppure di AstraZeneca. Per quanto riguarda la seconda dose a un gruppo verrà somministrato l’altro vaccino (quello ancora non ricevuto) a distanza di 12 settimane, mentre il secondo gruppo avrà ancora lo stesso vaccino dopo 4 settimane, come nei trial tradizionali condotti finora. Lo studio potrà in futuro includere anche vaccini di altre aziende non appena approvati dalle autorità inglesi e disponibili.

L’indagine non valuterà l’efficacia complessiva della combinazione, come avvenuto nei trial clinici che hanno portato all’autorizzazione dei prodotti in uso, ma l’intensità della risposta immunitaria, dunque la produzione di anticorpi specifici e di cellule T nei vari scenari (nel mix comprato con la formulazione classica).

L’utilità del mix dei vaccini

I risultati potrebbero fornire indicazioni utili anche per valutare la produzione dei vari vaccini nella seconda parte del 2021, come ha spiegato Matthew Snape di Oxford, che coordina il trial. L’idea, sottolinea l’esperto in un articolo sul Guardian, è che se si dimostra che questi vaccini possono essere utilizzati in maniera interscambiabile, questo potrebbe aumentare le possibilità e la flessibilità nella distribuzione dei vari vaccini e inoltre, sempre a detta dell’esperto, potenziare la protezione contro nuove varianti del coronavirus. Attualmente alcune prove nel topo indicano che la combinazione di due prodotti diversi, in particolare di un vaccino basato sul vettore virale di adenovirus (come quello di Oxford AstraZeneca) e di un altro a mRna (come quelli di Pfizer-BioNTech e Moderna) potrebbero aumentare la risposta immunitaria. Il risultato è però su animali e bisogna verificare che sia così anche sull’essere umano.

L’idea del mix riguarda anche altri vaccini

Non è l’unico caso in cui si ipotizza una combinazione di due vaccini contro il coronavirus. C’è un altro trial, infatti, che studierà il mix del vaccino di Oxford AstraZeneca con quello russo, Sputnik V. In particolare, la filiale russa di AstraZeneca ha recentemente annunciato l’intenzione di dare il via a uno studio clinico con il Gamaleya Research Institute, che ha sviluppato il vaccino Sputnik V, il Russian Direct Investment Fund e R-Pharm. Anche in questo caso l’obiettivo è aumentare la protezione e rendere i vaccini più accessibili.

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[Fonte Wired.it]