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giovedì, Set 01

Silk-FAW in Emilia, indagini della procura e stipendi non pagati calano sulla “Ferrari cinese”

da Hardware Upgrade :

Vi avevamo parlato della joint venture sino-americana Silk-FAW lo scorso luglio, occasione in cui i vertici delle due aziende avevano promesso che di li a poco ci sarebbe stato il rogito per il terreno dove dovrebbe sorgere la fabbrica, di quella che stata ribattezzata la “Ferrari cinese”. Una supercar a marchio Hongqi, ibrida o elettrica a seconda del modello.

La data promessa era il 5 agosto, con successiva cerimonia della posa della prima pietra il 5 settembre. Ma la data prevista del rogito passata, e sembra che ancora nulla sia stato messo nero su bianco. Il piano sarebbe di quelli davvero importanti, motivo per cui la regione Emilia-Romagna e il comune di Reggio Emilia avevano dato fin dal principio il proprio appoggio: 1,3 miliardi di investimento e fino a 1.000 posti di lavoro.

Silk-FAW

Ora per il castello di carte traballa pericolosamente. Come ricostruito dal quotidiano locale Reggio Sera, 17 dipendenti, che nel frattempo stanno gi lavorando per Silk-FAW, hanno messo in mora l’azienda tramite avvocati poich le mensilit di giugno e luglio non sono state pagate, circa 100.000 euro in totale. La novit ha fatto muovere anche la magistratura, che ha chiesto alla Guardia di Finanza di effettuare accertamenti.

Accertamenti che, sempre da ricostruzione di Reggio Sera, porterebbero quasi sicuramente alla scoperta che dietro c’ una societ con sede alle Cayman, la Silk Ev Cayman Lp di Jonathan Krane, che proprio il numero uno dell’azienda. Krane finora si mosso solo tramite un prestito ponte di 16 milioni di euro, erogato da Ideanomics, mai restituito, motivo per cui la stessa Ideanomics ha citato in giudizio la Silk Ev Cayman di fronte alla Corte Suprema dello stato di New York, accusandola di non aver restituito il prestito.

Il valore del terreno stimato in 30 milioni di euro, e tutt’oggi resta poco chiaro da dove possano arrivare i soldi per l’operazione, se nel frattempo non si pagano 100.000 euro di stipendi e non si restituiscono prestiti per una cifra che la met di quella necessaria. I politici locali hanno cambiato completamente faccia, e dai toni trionfalistici, sono passati agli ultimatum, ma forse avrebbero fatto meglio a mettere in atto le dovute verifiche dal principio.



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