Da Wired.it :
La bambina che voleva diventare un sasso, di Sio (Feltrinelli Comics)
Oh, no. È uscito il primo libro illustrato di Sio, La bambina che voleva essere un sasso (Feltrinelli Comics, 40 pp, 12 euro), la storia di una bimba su cui tutti nutrono grandi aspettative, ma che più di ogni altra cosa desidera diventare una roccia. Per l’occasione abbiamo fatto quattro chiacchiere con l’autore reso famoso dai disegnini sui social e dai video animati su Youtube, ma qualcosa è andato storto. Il suo umorismo demenziale si è dimostrato contagioso, e il risultato è un’intervista sbagliata che riportiamo qui di seguito per dovere di cronaca, con le nostre scuse più sentite.
Qual è la tua origin story?
Una volta sono inciampato. Sono caduto, e ho deciso di fare i fumetti. Per vendetta. E perché non succedesse la stessa cosa a qualcun altro. I video Youtube sono un errore, non li voglio fare. Però a volte mi metto a disegnare fumetti, mi sbaglio e finisce che faccio un video. Dopo un po’ di tempo me ne accorgo ed esclamo: no! Non di nuovo! È proprio un problema di attenzione. Anche i magazine che raccolgono i miei fumetti sono uno sbaglio, succedono quando voglio fare i video e invece mi viene da disegnare strisce.
A proposito, sono già uscite molte raccolte dei tuoi fumetti, hai mai pensato di fare lo stesso per i video?
Certo, ci ho provato, ma ancora adesso, con tutti i progressi della tecnologia, è difficile creare un libro in cui ogni pagina sia un tablet per vedere i video. Ho realizzato (per errore!) più di 200 video, anche raccogliendone solo 16 un libro piccolo veniva a costare più di 4mila euro e pesava più di 20 kg.
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La tua vera identità è un segreto che non si trova neanche negli abissali archivi del motore di ricerca Bing. È vero che neanche tua mamma conosce il tuo vero nome?
È vero. Lei ha passato anni a chiedermelo, ma non posso rivelarglielo per questioni di sicurezza. Posso dirti una delle mie identità che uso di solito. SIO è il diminutivo di Gianmarco, che è sia nome e cognome, tutto attaccato. Posso anche dirti che vivo in una località. Non posso dirti quale, ma posso assicurati che è un luogo, proprio un luogo fisico, non un concetto.
Una vignetta de La bambina che voleva diventare un sasso
È da poco uscito il tuo nuovo libro illustrato, La bambina che voleva diventare un sasso. Pensi che sarà un trampolino di lancio per i tuoi prossimi progetti per la giornata, e quali sono?
Diciamo che è troppo piccolo per essere un trampolino: sono circa 22 cm per 22 cm, 40 pagine. Inoltre non è rettangolare ma quadrato, quindi nemmeno un bambino potrebbe usarlo come trampolino. Però sono pagine molto spesse, le più spesse che abbia mai fatto, proprio per cominciare ad abituare i lettori all’idea del libro-tablet pesantissimo. Comunque, i miei programmi della giornata sono stati completamente rovinati da quando è uscito questo libro, perchè volevo cenare e per qualche motivo non posso più. Adesso mi ritrovo a dover fare due volte il pranzo, una verso mezzogiorno, e una verso sera. A parte questo, pensavo di uscire a fare un giro in bici.
Hai scritto storie di Paperoga, Groucho di Dylan Dog, Topolino… perchè non ti sei mai avvicinato a un personaggio così vicino al tuo senso dell’umorismo come Batman?
Io in realtà ne ho scritte a decine, di storie di Batman, ma non voglio farle vedere al mondo perché cambierebbero l’immagine che la gente ha di questo eroe. Sappiamo già che è un personaggio molto divertente, di solito su una scala da 1 a 10 è un 10, leggendo le sue storie ti scompisci proprio dal ridere, mentre le mie storie sono volutamente meno divertenti. Diciamo che sono un 7,5. Sono talmente medie che la gente direbbe: ‘Ah, Batman, che medio!’. Non voglio rovinare un personaggio del genere.
È vero che l’andesite basaltica, roccia di origine vulcanica, è la tua nemesi storica, e cosa c’entra il celebre geologo Leo Ortolani? È un suo piano per distruggerti?
In realtà è l’ossiorite (? NdR) il minerale che aborro più di tutti. Non permetto mai che un’ossiorite mi si avvicini, non è ancora successo e non voglio sapere cosa accadrà in tal caso. Una volta ho incontrato Leo Ortolani, sono stato attentissimo a non parlare di geologia con lui, perchè magari nominava l’ossiorite… Però alla fine lo stimo. So che anche lui vuole fare lo Youtuber, non ci riesce perché si sbaglia e fa fumetti.