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martedì, Set 17

SisalPay gioca le sue carte: arriva la prima prepagata


L’azienda detiene il primato nei pagamenti verso la pubblica amministrazione e ora allarga il suo raggio d’azione alla smaterializzazione del contante

Nell’attesa di diventare anche formalmente una società indipendente – cosa che dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno – SisalPay entra nel mercato delle carte di pagamento, uno strumento con cui nel 2018 sono stati movimentati 240 miliardi di euro. Il marchio dei servizi e dei prodotti di pagamento del gruppo Sisal ha infatti da poco lanciato la sua prima carta prepagata ricaricabile, emessa da Wirecard Card Solutions, dotata di Iban e operante sul circuito Mastercard. Attualmente la carta è attivabile – in pochi minuti e con una procedura molto semplice, garantiscono dall’azienda – in oltre cinquemila punti vendita, che nei prossimi mesi diventeranno 20mila.

Sicurezza e costi

Questi primi tre mesi di test sono stati molto incoraggianti”, ha detto il responsabile pagamenti e servizi, Francesco Maldari, che a Milano ha fatto il punto sull’evoluzione del marchio assieme all’amministratore delegato Emilio Petrone. “Nonostante non abbiamo ancora avviato la fase di pubblicizzazione, che partirà all’inizio del 2020, le carte sottoscritte sono state circa 10.500, un numero che ci ha già consentito di andare in positivo. Ovviamente siamo solo all’inizio: quello delle prepagate in Italia è un mercato da 25 milioni di tessere, con tanti nuovi player che si stanno affacciando”.

La prepagata SisalPay, ha spiegto Petrone, adotta gli standard più elevati di protezione attualmente disponibili sul mercato: “È un aspetto su cui abbiamo spinto molto, così come quello della facilità di attivazione”, che sarà gratuita, mentre “il costo di gestione sarà di 5 euro all’anno, all’incirca la metà di quello dei competitor”. Anche i costi di ricarica e di prelievo da bancomat (rispettivamente 1,5 e 1 euro) saranno in linea con quelli degli altri player.

Quindici milioni di clienti

La nuova prepagata completa la strategia di diversificazione dell’offerta nei pagamenti operata da SisalPay, sulla quale l’azienda ha investito oltre 60 milioni di euro in tecnologia e personale specializzato. Un percorso che ha portato alla nascita di EasyCassa, un sistema che facilita la gestione dei pagamenti per i piccoli business, del wallet digitale su app Bill, e che ha consentito inoltre alla società di diventare il canale più scelto dai cittadini per gestire i pagamenti alla pubblica amministrazione attraverso il sistema PagoPa. Secondo i dati ufficiali di Agid (l’Agenzia per l’Italia Digitale), infatti, più di 1 pagamento su 4 (il 28 per cento) avviene per mezzo della rete SisalPay.

Emilio Petrone, AD di SisalPay. Foto: SisalPay

Attualmente sono 15 milioni gli italiani che utilizzano i canali SisalPay, che nel 2018, ha sottolineato Maldari,  hanno registrato “200 milioni di transazioni per un ammontare complessivo di oltre 10 miliardi di euro, generando per l’azienda un utile al netto delle imposte di 70 milioni. Una crescita robusta – il 22 per cento all’anno in media – rispetto agli 1,8 miliardi che la società nata come startup all’interno del gruppo Sisal aveva transito nel 2008.

Il contante la fa ancora da padrone

In il comparto dei pagamenti – considerando anche gli acquisti di beni e servizi di consumo – vale 654 miliardi di euro, con i prodotti di consumo che rappresentano il 54 per cento del totale, i servizi il 37 e gli altri pagamenti (tasse, tributi e sanzioni) 9 per cento.

Secondo la Banca , il contante è ancora la modalità di pagamento più diffusa (l’86 per cento del numero di transazioni e poco più di metà del valore complessivo), ma nei prossimi anni si prevede un aumento dei pagamenti cashless, e nel 2022 – dice una ricerca del Politecnico di Milano – potrebbe esserci il sorpasso.

Siamo convinti che il contante resisterà perché fa parte delle nostre abitudini”, ha concluso Petrone, “ma il mercato si evolve rapidamente, e attraverso la nostra rete capillare stiamo continuando a lavorare molto per venire incontro a tutte le esigenze dei clienti, favorendo l’ibridazione tra mondo fisico e mondo digitale che ci pare una caratteristica della ‘via italiana’ all’acquisto e ai pagamenti”.

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