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giovedì, Dic 09

Sla, sono stati scoperti 7 nuovi geni associati



Da Wired.it :

Sette: è questo il numero di geni associati alla sclerosi laterale amiotrofica (Sla), individuati grazie all’analisi del genoma di oltre 150mila persone, condotta da un team internazionale di ricercatori, tra cui numerosi scienziati italiani. Si tratta di un nuovo importante passo avanti nell’identificazione delle possibili cause genetiche di questa malattia neurodegenerativa, che colpisce una persona su 350 e che spesso ha prognosi infausta. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Nature Genetics, evidenziano che le varianti genetiche identificate per la prima volta coinvolgerebbero i geni implicati in specifiche vie metaboliche e correlate ai processi neurodegenerativi tipici di altre malattie, come la malattia di Alzheimer o il morbo di Parkinson.

La Sla è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dalla perdita dei motoneuroni (i neuroni implicati nei movimenti), che causa alle persone che ne sono affette una paralisi progressiva, la quale in poco tempo (dai tre ai cinque anni dall’insorgenza) conduce a insufficienza respiratoria. Al momento per la Sla non esiste una cura, e la ragione risiede in parte nel fatto che si tratta di una malattia multifattoriale, di cui cause e meccanismi di insorgenza non sono stati chiariti. Circa il 10% delle persone con Sla, infatti, possiede una chiara storia familiare per questa malattia, che suggerisce una forte predisposizione genetica, ma anche nella malattia cosiddetta sporadica (quindi non familiare), comunque, la componente genetica sembrerebbe giocare un ruolo fondamentale: l’ereditarietà, in questo caso, è stimata intorno al 40-50%. 

Quello che ipotizzano gli scienziati è che forma ereditaria e sporadica di Sla condividano uno stesso spettro genetico: ad oggi sono state identificate sei porzioni di genoma che ospitano varianti, alcune di esse associate a entrambe le forme delle Sla, mentre per le altre il loro ruolo rimaneva ancora sconosciuto. È per questo che la collaborazione internazionale di ricerca, coordinata dall’Università di Utrecht in Olanda e a cui hanno partecipato l’Istituto Auxologico Italiano, l’Università degli Studi di Milano e l’associazione “Centro Dino Ferrari”, ha voluto contribuire a fare luce sulla questione. 

Trovare i geni associati alla Sla

I ricercatori hanno effettuato un’analisi detta genome-wide, che permette di sequenziare l’intero genoma di una persona e analizzarne in contemporanea tutti i geni: pertanto è stato studiato il Dna di 29.612 persone con Sla in forma sporadica e di 122.656 soggetti sani. Gli scienziati, quindi, hanno identificato 15 varianti geniche associate alla malattia: di queste, 8 appartenevano a geni già trovati in studi precedenti, ma le altre 7 sono state identificate per la prima volta

In particolare, esse apparterrebbero a geni implicati in precise vie metaboliche a carico dei neuroni che sintetizzano il neurotrasmettitore glutammato, offrendo ai ricercatori una conferma su quali sarebbero le cellule in grado di causare la patologia. “Lo studio dimostra – afferma Vincenzo Silani dell’Università di Milano, uno degli autori della ricerca – l’espressione dei geni implicati in particolare nei motoneuroni glutammatergici, suggerendo quindi che il processo neurodegenerativo nella Sla sia originariamente a carico dalla cellula neuronale e non microgliale od astrocitaria [le altre cellule che sono presenti nel sistema nervoso, ndr]”. 

Un altro aspetto interessante è che i geni identificati sono gli stessi implicati anche in altre malattie neurodegenerative, come la malattia di Alzheimer, il morbo di Parkinson, la degenerazione corticobasale, la paralisi sopranucleare progressiva e la demenza frontotemporale: tutto questo suggerisce che ci sia un meccanismo comune per malattie neurodegenerative diverse.

Non solo: ulteriori analisi genetiche, insieme ai fattori di rischio ambientali e legati allo stile di vita emersi dalla letteratura scientifica, sembrano indicare negli alti livelli di colesterolo un ruolo casuale per l’insorgenza della Sla, ruolo che i ricercatori continueranno a indagare nell’immediato futuro. Questo, insieme alle conoscenze accumulate sul ruolo dei neuroni glutammatergici e alla prospettiva di poter agire su meccanismi condivisi tra le diverse malattie neurodegenerative consente di tracciare in maniera più precisa una strada da percorrere nel futuro, per capire meglio le cause e trovare strategie terapeutiche per questa malattia.



[Fonte Wired.it]