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La dignità umana è fondamentale, e viene compromessa ogni volta che un ordinamento giuridico impedisce a una persona di svolgere un’attività che potrebbe benissimo svolgere autonomamente. È quanto la Corte Costituzionale ha dichiarato nella sentenza numero 3, depositata oggi, con la quale ha ritenuto illegittimi gli articoli 9 e 2 del Codice dell’amministrazione digitale che limitano la partecipazione alle elezioni degli elettori con disabilità.

La sentenza sottolinea che, con l’avvento della tecnologia, l’uso della firma digitale dovrebbe essere considerato un diritto per tutti, compresi coloro che non possono apporre una firma autografa per motivi di disabilità grave. Invece, l’ordinamento attuale impone procedure complicate e onerose per consentire a queste persone di esercitare il loro diritto di voto.

La Consulta ha giustamente rilevato che l’uso della firma digitale sarebbe una soluzione più semplice ed efficace, in grado di garantire l’autenticità della sottoscrizione delle liste di candidati da parte degli elettori con disabilità. La preclusione all’utilizzo di questa tecnologia rappresenta un ostacolo ingiustificato e sproporzionato alla partecipazione politica di queste persone.

La questione era stata sollevata dal Tribunale di Civitavecchia, con il sostegno dell’Associazione Luca Coscioni. La decisione della Corte Costituzionale è un passo importante verso l’eliminazione di barriere che impediscono a tutti di esercitare il proprio diritto di voto in modo dignitoso e accessibile.

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