Dal mese di agosto, la polizia locale e le amministrazioni comunali hanno a disposizione l’ultima versione del sorpassometro, un rilevatore di infrazioni stradali. Il suo nome tecnico è SV3 e si affianca ad altri strumenti già in uso per la sicurezza sulle strade, come i tutor e gli autovelox di ultima generazione.
Le cose da sapere
Come funziona e quali sono le sanzioni
Il sorpassometro è progettato per individuare i sorpassi pericolosi e vietati, soprattutto quelli effettuati ad alta velocità. Funziona grazie a una combinazione di sensori installati nell’asfalto e di telecamere che si attivano in automatico al momento dell’infrazione. Quando il sistema rileva la manovra irregolare, registra i dati del veicolo e li trasmette alle autorità competenti, che provvedono a notificare la sanzione al proprietario dell’auto.
Non può però essere collocato ovunque: il suo utilizzo è subordinato all’autorizzazione del Prefetto e riguarda esclusivamente i tratti stradali considerati ad alto rischio, come curve cieche o rettilinei con scarsa visibilità, dove un sorpasso azzardato potrebbe trasformarsi in un incidente grave.
L’ultima versione del dispositivo, chiamata SV3, produce brevi filmati di 15 secondi che documentano in modo chiaro la violazione. Questo materiale diventa prova ufficiale e viene messo a disposizione degli operatori per confermare la contravvenzione. Chi riceve la multa può comunque verificarne la legittimità consultando i decreti prefettizi relativi all’omologazione e alla collocazione del sistema. In caso di contestazione, è possibile ricorrere entro 30 giorni al Giudice di Pace o entro 60 giorni al Prefetto.
Le sanzioni sono particolarmente severe: nei centri abitati vanno da 42 a 173 euro con la decurtazione di due punti dalla patente, mentre sulle strade extraurbane arrivano fino a 345 euro e alla perdita di tre punti. Nei casi più gravi, come i sorpassi in prossimità di curve o dossi, la multa può raggiungere i 666 euro, con sospensione della patente da uno a tre mesi e la sottrazione di dieci punti. Se l’infrazione include anche la guida contromano, la sanzione complessiva può superare i 1300 euro.
La prima regione a farne uso è la Calabria
Uno dei primi sorpassometri SV3 è stato installato in Calabria, ad Acquappesa, in provincia di Cosenza, lungo la SS18. Il tratto scelto per la collocazione del dispositivo è considerato particolarmente critico per la sicurezza. Negli anni sono stati infatti registrati numerosi incidenti e un alto numero di infrazioni, spesso con conseguenze gravi.
Il sistema è entrato in funzione il 4 agosto. Si tratta di uno dei primi utilizzi del nuovo dispositivo, approvato per strade con limite massimo di 90 km/h e zone ad alto rischio, previo nulla osta della Prefettura, per controllare una corsia per ciascun senso di marcia, garantendo il monitoraggio dei tratti più pericolosi.
I sorpassometri del 2004
I sorpassometri non rappresentano però una novità assoluta per la rete stradale italiana. Le prime versioni di questi dispositivi sono entrate in funzione già nel 2004 e da oltre vent’anni vengono utilizzate per rilevare i sorpassi vietati e non conformi al Codice della strada. Nel tempo la loro diffusione è aumentata e oggi se ne trovano numerosi esemplari installati in diverse aree del paese.
Il primo dispositivo è entrato in funzione alle porte di Roma e, secondo la Polizia stradale, altre installazioni sono già attive in diverse regioni italiane. Sull’autostrada A4, nel tratto Venezia-Trieste, sono stati posizionati due dispositivi dedicati al controllo dei sorpassi dei mezzi pesanti.
Dal settembre 2008 il sorpassometro, insieme a una piattaforma per la gestione automatica delle sanzioni, è stato distribuito in esclusiva dal gruppo Poste Italiane a disposizione di tutti i comuni. Invece, la versione più recente, SV3, approvata con decreto dirigenziale l’11 dicembre 2024 ed entrata in vigore in Calabria, è prodotta dalla società K2K di Como.