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martedì, Ago 20

Spazio, la Tesla di Musk ha compiuto il primo giro attorno al Sole


L’auto è stata lanciata a febbraio a bordo di un razzo Falcon Heavy. Ha impiegato 550 giorni a compiere un giro completo e attualmente ha iniziato la sua seconda orbita

Tesla

Viaggia a quasi 121mila chilometri orari ed è quindi ufficialmente la più veloce automobile dell’universo. È equipaggiata con ogni i comfort, e attrezzata per affrontare qualunque imprevisto: nel cruscotto è custodito un asciugamano e sul quadro comandi spicca la scritta “Don’t panic”, ormai celebre frontespizio della Guida galattica per autostoppisti (ogni riferimento ai libri di Douglas Adams è puramente casuale). Ma non è tutto. Per la Tesla Roadster di Elon Musk e per il suo silenzioso pilota, il manichino “Starman”, è arrivato il momento delle celebrazioni: negli scorsi giorni hanno infatti completato il primo giro inaugurale attorno al Sole, in un viaggio che, a meno di imprevisti, dovrebbe vederli impegnati almeno per qualche altra decina di milioni di anni.

Il lancio dell’auto

Per i più smemorati può giovare un ripasso: parliamo della Tesla Roadster del 2008, che Musk ha deciso di lanciare nello spazio a febbraio dello scorso anno per celebrare il primo viaggio del suo Falcon Heavy, il razzo riutilizzabile di Space X progettato per trasportare equipaggi umani al di fuori della bassa orbita terrestre (più lontano, insomma, della Stazione spaziale internazionale). Per l’occasione, l’automobile elettrica della Tesla è stata trasformata in un’autentica arca, che custodisce un tesoretto di riferimenti alla cultura pop del nostro secolo, pensati in vista di un eventuale incontro ravvicinato con qualche specie aliena intelligente nel corso dei milioni di anni in cui continuerà ad orbitare attorno alla nostra stella.

Alla guida c’è un manichino vestito con una tuta spaziale di Space X, nello stereo (ormai scarico da molto tempo visto che la batteria dell’auto era progettata per durare non più di 12 ore) Space Oddity di David Bowie ripetuta a loop, nel cruscotto una copia cartacea della Guida galattica per autostoppisti di Douglas, nel portabagagli una digitale della Trilogia della Fondazione di Asimov, e infine un messaggio inciso tra i circuiti del veicolo “Made on Earth by humans” (“Prodotta sulla Terra da esseri umani”).

La rotta

Come ci informa il sito whereisroadster.com, che traccia minuto per minuto il tragitto dell’automobile nello Spazio, la Roadster di Musk ha percorso oltre un miliardo e 231 milioni di chilometri nei 550 giorni trascorsi dal lancio. Abbastanza per percorrere 33 volte ogni singola strada presente sul nostro pianeta, e circa 21mila volte oltre delle 36mila miglia previste dalla garanzia della Tesla.

Quel che è certo è che i timori iniziali di un possibile impatto con Marte (con il conseguente rischio di contaminazione biologica del pianeta) si sono rivelati infondati. Nel suo primo giro attorno al Sole ha infatti superato indenne il pianeta rosso, e ora si trova a circa 147milioni di chilometri di distanza, dirigendosi nuovamente nella sua direzione a più di 40mila chilometri all’ora.

Di più, al momento, non è dato sapere. Da diverso tempo in effetti manca anche una conferma visiva delle condizioni della macchina. Un problema a cui però Musk promette di porre rimedio nei prossimi anni. In un tweet della scorsa domenica infatti il patron di Space X ha lasciato intendere che in futuro la sua compagnia potrebbe decidere di lanciare una missione per raggiungere, e fotografare, la Roadster al prossimo passaggio ravvicinato con il nostro pianeta, in modo da verificare le condizioni del veicolo e del suo pilota.

Secondo alcune previsioni, le gomme, la vernice, i componenti in plastica e cuoio dell’automobile dovrebbero ormai essere stati quasi completamente distrutti. Le parti in fibra di carbonio potrebbero durare invece molto più a lungo, per arrendersi comunque prima o poi agli effetti delle radiazioni, lasciando infine uno scheletro di alluminio, metalli inerti e vetro a continuare la sua corsa nello Spazio, prima di che la sua orbita lo porti a scontrarsi con la Terra (una probabilità del 6% nei prossimi 3 milioni di anni), con Venere (2,5%), o qualche altro corpo celeste.

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