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martedì, Mar 31

Spesa, come è cambiata quella degli italiani



Da Wired.it :

Crescono farina, latte, uova. La filiera tiene, l’ecommerce non era pronto al boom di richieste. Ecco cosa c’è nel carrello delle famiglie

Farina, uova e sale (Getty Images)
Farina, uova e sale (Getty Images)

Non c’è dubbio, la spesa degli italiani è cambiata da quando è scoppiato il primo caso italiano di coronavirus. In queste ultime settimane ha seguito più fasi, dall’assalto emergenziale all’adozione di misure più stringenti, dalle code fuori dai grandi supermercati alla riscoperta dei negozi di prossimità. Molti comportamenti sono stati dettati dall’emotività, ma via via progressivamente c’è stata una stabilizzazione nelle modalità di acquisto. Vediamo nel dettaglio come è mutato il carrello degli italiani, nei negozi ma anche online, e perché.

Partiamo dall’ultima settimana di cui abbiamo a disposizione i numeri, quella che va dal 16 al 22 marzo. Secondo i dati forniti dalla società di studi di mercato Nielsen la grande distribuzione organizzata (gdo) continua a crescere – come tutte le settimane precedenti – anche se non più a doppia cifra, con un +5,4% sullo scorso anno, stessi giorni. Mentre l’ecommerce vola, +142,3%.

Che cosa comprano gli italiani?

Le abitudini sono profondamente cambiate. La farina è diventata la regina della spesa (+186,5%), insieme a uova (+53,7%), latte uht (+34,1%), surgelati (+6,8%), conserve animali (+32,1%), burro (+79,7%), conserve rosse (+50,8%), pasta (+22,6%), riso (+37,9%) e caffè macinato (+21,5%). A casa si cucina, si impasta, si impiega il tempo ai fornelli, e questi sono tutti gli ingredienti base delle ricette più classiche.

Chi non sa cucinare o non ha mai cucinato, non è detto che impari a farlo adesso: forse anche per questo ci sono prodotti che continuano a crescere come la pizza surgelata (+45,7%). E poi affettati (+28,1%), mozzarelle (+44,6%), wurstel (+44,2%), patatine (+25,7%), spalmabili dolci (+61,3%), gelati (+21,5%), wafer (+16,2%).
Da segnalare anche l’aumento notevole delle vendite di camomilla (+76,3%), oltre a vino (+12,4%) e birre alcoliche (+11,3%).

Le scelte

Non si vedono più fenomeni come all’inizio dell’emergenza, dettati dalla paura”, spiega Romolo De Camillis, retailer service director di Nielsen connect in Italia. Per questo le vendite nella gdo crescono ma non più vorticosamente. Chi acquista preferisce sempre l’online (anche se difficoltoso), e i negozi di prossimità, per limitare gli spostamenti. “Ormai la scorta è stata fatta. Adesso tutto sommato i clienti si sono misurati con la nuova situazione, e anche dal punto di vista della spesa cercano di avere comportamenti più razionali”, aggiunge l’esperto.

Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno i volumi sono aumentati del 17,8%, con punte del 105,9% per farine e miscele e 88,1% per le commodities (alcol, ammoniaca e simili). C’è un paniere di prodotti acquistati che Nielsen definisce “da cuochi a casa”. Farina, uova, burro, tutti gli ingredienti per prodotti da forno e pasticceria balzano in avanti. “Nella prima settimana di emergenza crescevano di 10 punti percentuali. Nell’ultima del +74,5%”, dice De Camillis. Il lievito sparisce in fretta, come le mozzarelle. Non c’è da spaventarsi, semplicemente sono gettonatissimi, visto che ci siamo riscoperti pizzaioli. A crescere anche il comfort food, e quindi prodotti da aperitivo, affettati, vino e birre. I prodotti spalmabili e le alternative al fresco, come surgelati e latte Uht.

Sono caduti alcuni baluardi, come il sushi, cibi pronti o elaborati. Vincono gli ingredienti base, viviamo un ritorno alla tradizione dei nostri nonni, a consumi più semplici, a categorie considerate come commodity”, dice de Camillis: “Questo anche perché la modalità di fare la spesa è più veloce, non c’è tempo di confrontarci con le etichette come facevamo prima. Prestiamo un po’ meno attenzione alla componente premium dell’offerta”.

I prezzi

L’intensità promozionale diminuisce. Per dare una misura, secondo Altroconsumo nella quarta e quinta settimana dell’emergenza “sono state fatte meno promozioni persino rispetto al periodo successivo alla scorpacciata delle feste natalizie, normalmente molto scarico”. Lo scontrino sale, come conseguenza ad acquisti fatti in un regime forzato di minore concorrenza. Dovuto alla somma di più variabili: si sceglie il negozio più vicino a casa, ci si accontenta di quello che trova sugli scaffali quando arriva il proprio turno, scarseggiano le offerte.

Alcuni esempi. Per quanto riguarda farine e miscele, secondo Altroconsumo “in uno scaffale ormai ricco di prodotti premium, la progressiva diminuzione del prezzo medio al chilo indica un corrispondente orientamento degli acquisti verso prodotti più basici, e quindi più economici, come il chilogrammo di farina bianca”.

Prezzo medio della confezione fatto 1 il prezzo della prima settimana del 2020 (dati Nielsen rielaborati da Altroconsumo)

La filiera

Nel complesso, l’intera filiera di approvvigionamentosta tenendo, non è vero che mancheranno i prodotti di prima necessità – commenta Giorgio Santambrogio, presidente di Associazione distribuzione moderna –. La catena agroalimentare c’è e notiamo che ci sono anche dei surplus perché alcuni prodotti che solitamente prendono la via dell’estero come il latte, o l’ortofrutta, ora rimangono dentro ai confini nazionali, per svariati motivi. E quindi se è scongiurato lo sciopero dei benzinai, la filiera dall’industria, alla trasformazione, alla logistica, tiene, nonostante sia sotto stress”.

Potrebbe esserci una questione opposta, ovvero che potremmo rimanere sprovvisti di prodotti che di solito importiamo? “Al massimo stiamo parlando della frutta esotica – prosegue Santambrogio – ma il grano che viene dall’estero, per esempio, è già stato stoccato. Quello che sta succedendo è che sulle tavole degli italiani arrivano soprattutto prodotti italiani. Prendiamo le arance, o anche i lamponi: non provengono più dalla Spagna, bensì dall’Italia”.

L’ecommerce

Il commercio elettronico cresce a dismisura. È spesso la prima scelta, in ottica di non uscire di casa. Ma i tempi di attesa sono lunghissimi. “Il sistema italiano è arrivato a questa crisi con un ecommerce poco sviluppato, che sta reggendo nei limiti delle capacità che erano state pianificate – commenta De Camillis –. Non è semplice riorganizzare logistica in una situazione di emergenza”.

Ma muove ancora poco. “Il 4-5% del totale, non ha capacità maggiori, non riesce a supportarle. Prima della crisi cresceva del 44% sull’anno precedente (1 gennaio – 16 febbraio). Dal 17 febbraio al 22 marzo c’è stata un’impennata delle richieste del 92,3%”, prosegue l’esperto. Ma il numero più sorprendente è un altro, perché per De Camillis, “se fossimo in grado di soddisfarla, la domanda aumenterebbe del 400-500%”.

 

I portali

E sui portali online, cosa comprano gli italiani? Uno spaccato interessante è quello dato da Amazon. Anche se dopo i primi giorni di acquisti a ruota libera (sport, giardinaggio, cura della casa, giochi in scatola e non), i prodotti che non sono di prima necessità sono passati in secondo piano. “Smetteremo temporaneamente di accettare ordini su alcuni prodotti non di prima necessità sia su Amazon.it che su Amazon.fr”, ha fatto sapere l’azienda. In ogni caso il sito di e-commerce è sempre abbottonatissimo e non condivide con la stampa i dati di vendita. Gli unici trend a disposizione per capire l’orientamento dei consumatori sono quelli forniti dai best seller, divisi per categoria.

E così scopriamo che in “film e tv” a svettare è Harry Potter (trainato, probabilmente, dal fatto che sia anche passato in televisione). I videogiochi Nintendo per i piccoli, ma anche giochi e cuffie per la Playstation. Passando a “elettronica” ci sono le immancabili cartucce della stampante.

In “alimentari” vanno forte le cialde per la macchina del caffè, in “abbigliamento” i pezzi sportivi – dalle calze, alle tute tecniche – forse retaggio di quando ancora si poteva andare a correre. Ovviamente ci sono poi le mascherine, ma anche le bandiere dell’Italia e gli immancabili rotoli di carta igienica. E nella sezione “giochi” Uno, Risiko, e pastelli e pennarelli per i bambini.

Passando a eBay, abbiamo una ulteriore fotografia: l’igiene personale registra un +62% a seguito di parrucchieri ed estetiste chiuse. Con incrementi fra il 20% e il 30% per la cura dei capelli (+20%), cura del corpo (+25%), depilazione e rasatura (+30%) e manicure e pedicure (+31%). Poi integratori alimentari e attrezzi per palestra, fitness, corsa e yoga. Ma la crescita maggiore la registrano le vendite di preservativi e sex toys: +240%.

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[Fonte Wired.it]