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lunedì, Feb 20

SPID: i provider chiedono fondi al governo. E minacciano di non erogare più il servizio

da Hardware Upgrade :

Lo SPID? Fra pochi mesi rischia di essere un ricordo del passato. Il motivo non è tecnologico, ma burocratico: i contratti stipulati fra il Governo e i provider del servizio di identità digitale sono infatti in scadenza. Per essere precisi, il 23 aprile scadranno le concessioni governative, e in assenza di un accordo non si sa cosa accadrà al servizio. Che potrebbe venire chiuso definitivamente, o divenire a pagamento. Oggi, infatti, il servizio è totalmente gratuito, anche se alcuni provider fanno pagare, una tantum, la procedura di riconoscimento per il rilascio dello SPID. 

Più di metà degli italiani hanno un profilo SPID

Lo SPID è un servizio attivo da molti anni ma è dal 2020, con la pandemia, che gli italiani hanno iniziato a usarlo in massa. Effettivamente, con le limitazioni agli spostamenti, era l’unico modo per comunicare in maniera efficace con la Pubblica Amministrazione, che per l’occasione ha accelerato il suo processo di digitalizzazione consentendo l’accesso tramite SPID a numerosi servizi comunali e regionali. Secondo i dati di AgID, sono più di 33 milioni i cittadini italiani in possesso di un’identità SPID.

Ma cosa succederà il 23 aprile effettivamente? Difficile da dire. Da un lato ci sono i provider che chiedono supporto economico al Governo per gestire i costi del servizio. Se non si trovasse un accordo, potrebbe quindi essere necessario pagare per accedere al servizio. Dall’altro lato, il Governo Meloni vorrebbe eliminare del tutto lo SPID per sostituirlo con le CIE, la Carte di Identità Elettroniche. 

Effettivamente, oggi queste due tipologie di autenticazione digitale si sovrappongono, dato che consentono di accedere agli stessi servizi, e mantenerle entrambe ha un costo non trascurabile. A fronte di 33 milioni di profili SPID ci sono circa 28 milioni di CIE. Una differenza non enorme, facilmente colmabile, ma c’è un problema: ottenere lo SPID è spesso questione di pochi minuti, anche offline. Ottenere una CIE richiede tempi lunghi, soprattutto in certi comuni, fra cui città come Milano, dove le liste di attesa per i documenti sono di alcuni mesi. Pesa l’enorme mole di lavoro accumulato durante la pandemia dagli ufficio comunali, ma anche la carenza di chip

Oggi, 20 febbraio, è previsto un incontro fra AgID e i gestori che fanno parte di Assocertificatori: questo ultimi sono intenzionati (fatta esclusione per Lepida, Team System ed Etna) a non rinnovare il contratto se non si troverà un accordo economico col Governo. 

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