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lunedì, Gen 23

Spotify taglia il 6% dei lavoratori



Da Wired.it :

L’ondata di licenziamenti che sta interessando le big tech colpisce anche Spotify. Secondo quanto comunicato dalla società svedese alla Sec, l’autorità che sorveglia le società quotate negli Stati Uniti, il colosso dello streaming musicale ha annunciato un taglio del 6% della forza lavoro. Una notizia anticipata da Bloomberg nelle scorse ore. 

Il taglio di pochi mesi il licenziamento di 38 unità dagli studi di podcast Gimlet Media e Parcast, effettuato da Spotify lo scorso ottobre. Proprio allora, secondo quanto riportò TechCrunch, dalla piattaforma  erano stati ritirati undici podcast nell’ambito di una strategia di rafforzamento dei propri contenuti originali ed esclusivi. In tutto, stando al rapporto sugli utili del terzo trimestre del 2022, la società si streaming conta circa 9.800 dipendenti.

Ne andrà via il 6%, con un impatto per incentivi all’esodo che Spotify stima nella comunicazione alla Sec in 35-45 milioni di euro. Spotify ha anche annunciato l’addio del responsabile contenuti e pubblicità, Dawn Ostroff, e la nomina a co-presidenti di Alex Norström, a capo dei programmi freemium, e Gustav Söderström, responsabile ricerca e sviluppo.

Anche l’azienda di Stoccolma, così come le altre big tech, ha vissuto durante la pandemia un periodo economicamente florido. All’aumento di introiti e di personale del 2020 e del 2021 sono però seguiti il calo delle entrate pubblicitarie e l’invasione russa in Ucraina, che ha fatto sorgere un quadro finanziario instabile. Situazione che nelle ultime settimane ha costretto Alphabet, la holding a cui fa capo Google, a licenziare 12mila persone, che si aggiungono alle 11mila mandate a casa da Meta e alle 29mila che sarebbero in bilico tra Amazon e Microsoft.

Dal 2019 Spotify ha investito oltre un miliardo di dollari nei podcast, acquistando reti, software, un servizio di hosting e i diritti di programmi popolari, come The Joe Rogan Experience e Armchair Expert. L’attività, secondo i piani dell’azienda di streaming svedese, dovrebbe diventare redditizia entro i prossimi due anni. La quantità di risorse spese, unita a un crollo del 66% delle azioni di Spotify, ha però fatto storcere il muso agli investitori, impazienti di sapere quando potranno vedere i propri rendimenti.



[Fonte Wired.it]