Come si evince dall’epilogo, Hwang ha cercato di dare una risoluzione a tutti: Gi-hun si è redento; Jun-ho non è riuscito a far trovare l’isola alla polizia ma ha trovato una ragione per andare avanti grazie a 222; Gyeong-seok è tornato da sua figlia e Noe-eul andrà a cercare la sua. All’aeroporto, mentre si avvia al gate, l’ex guardia passa vicino a un ragazzo: è Cheol, il fratello di Sae-byeok, la fuggitiva nordcoreana della prima stagione. Cheol viene visto riunirsi alla madre, arrivata dalla Corea del Nord. La tutrice di Cheol è la madre di Sang-woo (Park Hae-soo), il giocatore 218 della prima stagione. Il Front Man, che sperava di essere “salvato” da Gi-hun e dalla sua integrità morale, fa nel suo piccolo qualcosa per sgravarsi la coscienza dagli abissi di ingiustizia legati al gioco assicurandosi il futuro della figlia di 456 e di 222. La presenza di una Reclutatrice a Los Angeles rivela che la distruzione del parco in Corea non coincide con la fine dei giochi; ce ne saranno altri, altrove. Le generazioni a cui appartengono i suoi giocatori sono corrotte, avide e senza speranza, ma forse quella nuova – i figli di Gi-hun, Jun-hee, Gyeong-seok e Noe-eul, e il fratello di Sae-byeok, sarà migliore.
Il futuro di Squid Game
Il futuro di Squid Game è invece una certezza. Hwang Dong-hyuk ha già anticipato un potenziale spin-off ambientato tra la prima e la seconda stagione, plausibilmente collegato al Front Man, mentre l’interprete del suddetto, Lee Byung-hun, ha suggerito che i giochi di Squid Game siano più “diffusi” di quanto ci si possa aspettare, anticipando la versione “losangelina”. C’è anche in vista il possibile progetto di David Fincher sceneggiato da Dennis Kelly di Utopia, al lavoro su una versione in lingua inglese di Squid Game. È ancora presto per sapere come si combineranno queste informazioni e per ricevere un annuncio ufficiale, ma una cosa è certa: il proficuo futuro del franchise è assicurato.