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mercoledì, Mar 22

Stampa 3D: realizzata una torta (vera) alla Nutella e marmellata di fragole



Da Wired.it :

E se potessimo un giorno preparare i nostri dessert con una stampante 3D? Immaginate non solo di poter combinare diversi ingredienti a vostro piacimento, ma di poter magari anche abbellire la vostra portata con una scritta o una decorazione personalizzata. Beh, quel giorno potrebbe non essere poi così distante nel tempo: un gruppo di ricercatori del Creative Machines Lab – guidato da Hod Lipson, professore presso il dipartimento di ingegneria della Columbia University (Stati Uniti) – è riuscito a stampare una torta composta da ben sette ingredienti diversi. I dettagli sono disponibili in uno studio pubblicato sulla rivista npj Science of Food, partner di Nature.

La scienza del food printing

Già dal 2005 il gruppo di Lipson si interessa alla sviluppo della tecnologia che sta dietro al digital food, come viene definito sul sito del gruppo, cioè allo sviluppo di una stampante 3D in grado di cucinare e combinare ingredienti per produrre “oggetti” commestibili. Fra le altre cose, il gruppo si occupa di studiare l’impiego di laser a varie lunghezze d’onda per cuocere diversi tipi di alimenti fra cui pollo, salmone, verdure e vari tipi di impasti. L’impiego di questo tipo di tecnologie, si legge nella recente pubblicazione, potrebbe avere dei vantaggi dal punto di vista nutrizionale, permettendo ad esempio ai consumatori o addirittura agli chef di controllare più da vicino gli ingredienti e quindi le proprietà nutritive dei vari piatti. Fra le altre cose, spiega il primo autore della ricerca Jonathan Blutinger, il fatto che il 3D food printing sia una tecnica così personalizzabile “la rende particolarmente pratica per il mercato della carne a base vegetale, dove la consistenza e il sapore devono essere attentamente formulati per imitare le carni reali”.

Inchiostri commestibili

Nella recente pubblicazione il gruppo di ricerca descrive un sistema di stampa 3D in grado di generare una fetta di cheesecake ottenuta utilizzando sette ingredienti come se fossero dei veri e propri “inchiostri commestibili”, fra cui burro di arachidi, Nutella e marmellata di fragola. Lipson spiega comunque che sarà necessario ancora molto lavoro per ottimizzare questi processi: “Lo studio sottolinea anche che i piatti stampati richiederanno probabilmente composizioni e strutture di ingredienti nuove, a causa del diverso modo in cui gli alimenti vengono ‘assemblati’”. Fra i limiti del 3D food printing gli autori menzionano inoltre il numero di ingredienti che possono essere utilizzati contemporaneamente e anche la limitazione nella scelta di diverse temperature o tempi di cottura richiesti dai vari ingredienti. Allo stesso tempo, come racconta Christen Cooper della Pace University (Stati Uniti), secondo autore dello studio, la scienza del food printing potrebbe essere promettente sotto altri punti di vista: “Abbiamo un problema enorme con il basso valore nutritivo degli alimenti processati – spiega – La stampa 3D di alimenti continuerà a produrre cibi lavorati, ma forse il lato positivo sarà, per alcune persone, un migliore controllo e adattamento dell’alimentazione, un’alimentazione personalizzata”.



[Fonte Wired.it]