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mercoledì, Dic 25

Startup, le 9 che incarnano lo spirito del Natale


Queste imprese innovative coniugano la ricerca del profitto con il desiderio di sviluppare tecnologie per il bene di tutti

Startup del Natale (Getty Images)
(foto: Getty Images)

Il 2019 si sta chiudendo e tra i trend che possiamo portarci a casa da questo anno pieno di novità legate al digitale e all’innovazione ce n’è sicuramente uno che ricorderemo a lungo: l’attivismo climatico.
E non è tutto merito di Greta Thunberg. Certamente il suo coraggio ci ha resi tutti più partecipi – e forse più critici – sulla questione climatica e sul comportamento che ognuno di noi, nel suo piccolo, può assumere per cambiare il mondo. Ma se allarghiamo lo spettro possiamo vedere come tra chi si occupa di innovazione il tema non sia una novità: da tempo infatti si parla di
tech for good e sono molti gli imprenditori che stanno cercando di usare la tecnologia a fin di bene, non solo a Natale. 

I dati del primo report sul tech for good

Uno dei primi report che analizzano la tecnologia votata al bene comune è firmato Tech Nation, l’organizzazione inglese incaricata dal governo di supportare le startup oltremanica, con lo scopo di aumentare la consapevolezza e di coinvolgere l’intero ecosistema dell’innovazione per risolvere i problemi più complicati che affliggono il mondo. Per esempio, come piattaforme che riducono l’approccio generale al fast fashion e che utilizzano la tecnologia per abituarci al riutilizzo di accessori e abbigliamento, oppure app che permettono di connettere persone alla ricerca di cure mediche accessibili, magari, in paesi dove ciò non è scontato come invece siamo abituati nel mondo occidentale.

E badate bene, non parliamo semplicemente di enti no profit o associazioni: al nobile scopo può essere collegato un profitto che permette a queste startup di essere interessanti anche per gli investitori. Le startup del tech for good sono riuscite a raccogliere più di un miliardo di sterline nel 2018, con una valutazione complessiva pari a 2,3 miliardi di sterline (2,7 miliardi di euro) e un fatturato aggregato di 730 milioni di sterline (850 milioni di euro). Anche se la metà del totale delle startup in questo settore ha principalmente raccolto fondi seed di lieve entità, che penalizzano strategie di crescita esponenziale, le cifre stanno diventano sempre più importanti, soprattutto perché le tecnologie emergenti risolvono problemi che riguardano sempre più la collettività e non solamente piccole nicchie di mercato. 

La salute in primis

Tra i settori più importanti c’è quello della salute, dove per esempio opera HealthyHealth, con lo scopo di aiutare le persone a capire il loro stato di salute generale tramite un’app per lo smartphone o per lo smart watch, e che ha raccolto più di un milione di dollari. Il fintech è un altro dei settori punta per chi mette il purpose allo stesso livello del profitto, che si divide tra app che permettono pagamenti più veloci a chiunque come Slashpay, e piattaforme che permettono a dipendenti di una stessa azienda di collaborare in progetti di volontariato o cause pubbliche come Ethical Angel.

Continuiamo con l’edtech, che include tutte quelle aziende create con lo scopo di rendere l’educazione accessibile a tutti come TechPixies, con lo scopo di aiutare le donne a rientrare nel mercato del lavoro. E chiudiamo la panoramica con l’immancabile sharing economyOlio è un’app che permette di condividere il surplus di cibo, gratuitamente, con chi dei tuoi vicini lo voglia davvero, costringendoti a pensare di non buttarlo. 

Studio Mapp, una startup italiana all’Onu

E l’Italia? Anche il Belpaese conta alcune delle eccellenze che stanno sviluppando soluzioni tecnologie per mettere allo stesso livello purpose e profitto e aiutare tutti noi a risolvere problemi che ci affliggeranno nei prossimi anni.

Come l’emiliana Studio Mapp, l’unica startup italiana invitata al World Space Forum delle Nazioni Unite a Vienna per raccontare come utilizzare l’intelligenza artificiale per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità promossi dall’Onu. L’applicazione dell’intelligenza artificiale a immagini satellitari permette di monitorare infrastrutture critiche come condotte per il trasporto di gas e di supportare gruppi di protezione civile in tutte le fasi di gestione dei disastri naturali.

“Siamo specializzati in location intelligence, ovvero nello studio e l’analisi del territorio”, spiega Angela Corbari, co-fondatrice e direttore operativo di Studio Mapp, “che ci ha portati sempre di più a utilizzare e interpretare immagini satellitari con tecniche di intelligenza artificiale per reperire informazioni sul territorio e sull’ambiente su scala mondiale. Grazie alle tecnologie che abbiamo sviluppato è infatti possibile affrontare in modo più veloce, sicuro ed efficiente alcune delle difficili sfide per salvaguardare e migliorare la qualità della vita nel nostro pianeta come, per esempi,o migliorare la resilienza delle città ai disastri naturali, aumentare la resa delle colture agricole e migliorare la gestione delle risorse idriche, monitorando le infrastrutture.”

Leonardo Alberto Dal Zovo, cofondatore e direttore tecnico, aggiunge: “Nell’ultimo anno ci siamo sempre più specializzati in intelligenza artificiale applicata alle immagini satellitari e ai droni con l’obiettivo di creare soluzioni che abbiano un impatto positivo sulla nostra società, sull’economia e sul nostro pianeta. Ci fa particolarmente piacere che questi e altri progetti di innovazione che stiamo sviluppando siano stati presi come esempio a livello mondiale per dimostrare come la tecnologia può avere un impatto positivo”.

Una tecnologia, quella degli algoritmi in grado di riconoscere e interpretare le immagini, che avrà un impatto sempre più importante in tantissimi settori, anche in quello medicale, per aiutare i radiologi a individuare il prima possibile tumori. Come il Mammography Intelligent Assessment (Mia) sviluppato da Kheiron Medical a Londra per individuare tempestivamente il cancro alla mammella, uno dei tumori più difficili da riconoscere. 

E visto che il Natale è spesso l’occasione per aiutare chi ha più bisogno, la tecnologia ci aiuta anche qui per capire come basta davvero poco, a volte, per far felice chi, si ritrova da solo in una casa di cura diventando un nipote di Babbo Natale o supportando la formazione di una persona senza tetto su Beam.

 

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