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venerdì, Ago 21

Stazione spaziale internazionale, c’è una perdita d’aria in corso



Da Wired.it :

Si tratta di una perdita di modesta entità, nota da quasi un anno. Ma ora la Nasa ha deciso che è tempo di occuparsene, quindi parte della Iss verrà isolata per tutto il fine settimana.

(foto: Stocktrek Images/Getty Images)

Quando si parla di Stazione spaziale internazionale (Iss) e di perdite d’aria, il primo episodio che viene alla mente è quello dell’agosto 2018, quando un foro di un paio di millimetri in una navicella Soyuz Ms-09 agganciata alla stazione orbitante aveva causato qualche ora di apprensione, e aveva pure riacceso voci complottiste su sabotaggi incrociati tra l’agenzia spaziale statunitense Nasa e l’omologo russo Roscosmos. Alla fine l’incidente fu dichiarato risolto e fu anche annunciato che le cause del guasto erano identificate, ma da allora è stato reso noto solo che il foro era stato fatto a terra.

Sembra un po’ diversa, e certamente meno improvvisa, la perdita che interessa attualmente la Iss, e che nelle prossime ore costringerà l’equipaggio della Expedition 63 – ossia lo statunitense Chris Cassidy e i cosmonauti russi Ivan Vagner e Anatoly Ivanishin – a qualche contromisura straordinaria. La Nasa ha comunicato qualche ora fa che non si ravvisa al momento alcun pericolo specifico per gli astronauti, ma ha annunciato che tutti gli abitanti della Iss trascorreranno il weekend dentro Zvezda, il modulo della parte russa della stazione che si trova più lontano rispetto alla parte statunitense, dove si presume ci sia la falla.

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(foto: Nasa)

Vantaggi e svantaggi di una perdita piccola

Come il buonsenso suggerisce, sempre meglio avere una piccola perdita che una grande perdita, soprattutto se ti trovi nello Spazio a centinaia di chilometri di quota. Tuttavia, c’è un evidente rovescio della medaglia: se la falla è molto ridotta, non è semplice capire dove si trovi.

Secondo quanto reso noto dalle due agenzie spaziali, l’effetto della perdita è una leggera depressurizzazione della stazione, che è stata osservata fin dal settembre 2019 anche se mai apertamente comunicata ai media. Che la Iss non sia perfettamente a tenuta stagna è ben noto, tanto che c’è sempre un “fisiologico” e continuo calo della pressione, a cui si ovvia con un sistema automatico di compensazione, che immette ossigeno e azoto. Tuttavia, negli ultimi 11 mesi la velocità di questo calo è più alta del solito, seppur entro i limiti del range prefissato, e ciò fa sospettare che ci sia qualche anomalia, da qualche parte. Come ha riportato Space.com, per il momento la quantificazione della perdita non è stata resa nota.

Va detto che l’eventuale falla è così piccola che Nasa e Roscosmos hanno deciso che non era prioritario occuparsene, tanto che la decisione di cercarla proprio ora è dovuta al fatto che pure sulla Iss i ritmi di lavoro sono un po’ più blandi, dopo il lancio della Crew Dragon di SpaceX, quindi c’è tempo per le operazioni extra. Secondo quando riferito da Science Alert, nel corso degli ultimi mesi la falla sarebbe anche leggermente peggiorata, costringendo ad aumentare non di poco la frequenza delle operazioni di pressurizzazione, come riporta Business Insider citando il responsabile Nasa dei sistemi ambientali di bordo. Tra venerdì 21 agosto sera e lunedì 24 mattina, quando gli astronauti vivranno un po’ più a stretto contatto del solito, dovrebbero comunque continuare la maggior parte delle attività in corso sulla stazione.

Dal punto di vista della strategia di ricerca, l’organizzazione è piuttosto semplice: tutti gli astronauti si dovranno raccogliere in un unico modulo (che è quello in cui si ritiene meno probabile che si trovi la perdita) e nel mentre gli altri moduli verranno isolati. Monitorando per 3 giorni con precisione gli andamenti della pressione in ciascuno, i tecnici sperano di riuscire a capire perlomeno in quale modulo effettivamente ci sia (se c’è) il problema, in modo da restringere il campo di ricerca (e da sapere quale parte isolare nel caso la situazione peggiorasse ulteriormente). L’unica cosa che pare al momento certa è che il guasto non sia analogo a quello del 2018, ma potenzialmente – se gli astronauti fossero sfortunati – potrebbe trovarsi anche nel modulo Zvezda, che è in orbita da quasi vent’anni.

Il termine ultimo per risolvere il guasto

Nonostante la perdita non desti particolari preoccupazioni per l’immediato, la Nasa ha chiarito che il problema deve essere identificato e risolto entro ottobre, prima che arrivino sulla Iss gli altri quattro astronauti Victor Glover, Shannon Walker, Mike Hopkins (tutti della Nasa) e Soichi Noguchi (dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa). Il loro aggancio alla Iss in orbita è al momento pianificato per il 23 ottobre, sempre a bordo della Crew Dragon di SpaceX. Naturalmente, tutte le operazioni di isolamento dei vari comparti risulterebbero molto più laboriose con un gran numero di astronauti a bordo, e ciò finirebbe per impattare sulle attività scientifiche in corso sulla stazione.

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[Fonte Wired.it]