Cambiano gli strumenti con cui raccontarla, ma mai l’interesse del pubblico: il riferimento va alle vicende della cronaca nera, in particolare a quegli eventi criminali che, a distanza di decenni, continuano a popolare l’immaginario del pubblico e sono ormai parte integranti della storia nazionale.
Tra i cantori del true crime italiano c’è sicuramente Stefano Nazzi: giornalista che ha contributo in maniera rilevante a rendere il genere mainstream, ideatore di Indagini, ai primi posti delle classifiche dei podcast, e autore de Il volto del male (2023) e Canti di guerra, entrambi pubblicati da Mondadori.
Quest’ultimo, nelle librerie dallo scorso maggio, racconta in che modo si intrecciano le vite di Francis Turatello, Renato Vallanzasca, Angelo Epaminonda, i più famosi criminali di sempre sulla scena milanese. Ancora oggi Faccia d’angelo, il bel Renè, e il Tebano, questi i loro soprannomi, continuano a catturare l’attenzione del pubblico.
Spiega Nazzi al Wired Next Fest 2024, nel panel dal titolo Racconto criminale: “Canti di guerra è la storia di tre banditi che sono stati protagonisti qui a Milano. Le loro vite sono state connesse, si sono odiati, sparati addosso, hanno fatto alleanze, il loro destino è stato diverso ma drammatico, in una Milano e in un’Italia molto diversa. Vallanzasca è il milanese dei tre, nato a Milano, a Lambrate, lui torna sempre qui, alla fine il suo centro del mondo è questo. Turatello, veneto di Asiago, è meno legato alla città ma molto legato al potere e i soldi che Milano rappresenta. Epaminonda, arriva dalla Sicilia, con la famiglia, va a vivere a Cesano Maderno, che odia, scopre i locali ed impazzisce, insegue il sogno di diventare qualcuno nel mondo criminale e diventa punto di riferimento per il traffico di droga, si farà di coca per tutta la vita”.
Franco Russo




