Lanciata da Scream: La serie e consacrata da La caduta della casa degli Usher, Willa Fitzgerald è nota ai seguaci dell’horror televisivo. Di recente è diventata la protagonista della serie medical Pulse ma nessun ruolo le ha permesso di sfoggiare il suo innegabile talento per i personaggi ambigui come questo. Nei panni della protagonista dall’aspetto anonimo e dal fisico fragile, ma dall’atteggiamento provocante e intrepido, la Fitzgerald riesce a creare un personaggio dall’ambiguità immensa. La sua bussola morale gira in un modo indecifrabile, rendendola imprevedibile e in perenne contraddizione con il suo aspetto innocente.
C’è ma non si vede: Giovanni Ribisi
Scritto e diretto da Jt Mollner, Strange Darling è prodotto da Giovanni Ribisi. Noto ai fan di X-Files per il ruolo del disturbato Darren Peter Oswald in grado di attirare i fulmini, e come Frank, il fratellastro un po’ strano di Phoebe in Friends, Ribisi vanta una prolifica carriera cinematografica come attore. Qualche anno fa si ha esordito nella regia televisiva nella serie Sneaky Pete, mentre in Strange Darling è si mette alla prova come direttore della fotografia. Ribisi conferisce alla pellicola uno stile da slasher anni’ 70 donandole una fotografia che esalta il senso della claustrofobia e della violenza. Per tutto il film, si prova una sensazione di oppressione e un senso di incombenza, suggeriti dalle tonalità accese e dai contrasti ostentati tra luci naturali e artificiali.
Il fascino dell’inganno
Chi è la preda e chi il predatore? Strange Darling gioca per tutta la sua durata sulla sovversione delle regole del genere, sul ribaltamento dei ruoli, sulla frammentazione dei punti di vista, mentre si invischia in una riuscita disamina delle dinamiche di controllo e potere e di come queste significhino cose diverse per una donna e per un uomo. Il senso di precarietà che accompagna la visione del film non è solo un riuscito espediente per mantenere alta l’attenzione dello spettatore e fargli sperimentare il senso di disagio e insicurezza che ne deriva: Strange Darling istiga anche una serie di riflessioni successive alla visione che ci costringono a mettere in discussione il nostro intuito e la nostra percezione del prossimo. Non è solo la realtà a essere ingannevole, è il nostro sguardo a essere corrotto dai pregiudizi e dagli inquadramenti della società.