Seleziona una pagina
martedì, Ott 27

Suburra, che cosa aspettarsi dalla terza e ultima stagione



Da Wired.it :

Il 30 ottobre arriva l’atto finale della prima e migliore serie italiana di Netflix. Basteranno sei episodi per incoronare il re degli affari criminali di Roma? Qui intanto i punti in sospeso prima di conoscere il destino di Aureliano e Spadino

Quando cinque anni fa uscì nelle sale il film di Suburra, si riscontrarono alcune differenze con il romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini da cui era tratto. La trasposizione in tre atti per il piccolo schermo – di cui il 30 ottobre va in streaming su Netflix il capitolo finale – si discosta ancora di più dalla fonte in termini di scelte narrative. A partire dai personaggi dei due incontenibili protagonisti, Aureliano e Spadino, destinati a essere uno l’assassino dell’altro al cinema e protagonisti, invece, di un’amicizia strettissima in questo adattamento. In Suburra si parla degli intrighi politici e di quelli ecclesiastici, degli scontri sanguinosi per il controllo su Roma, della alleanze improbabili e delle pressioni psicologiche che debilitano chi non è abbastanza spietato per stare nel gioco e di come queste influiscano su amori e amicizie. Tante le questioni rimaste aperte dalla precedente stagione, che andranno risolte in soli sei episodi, necessariamente dalla sceneggiatura solida e compatta per riuscire nell’impresa. Ecco che cosa aspettarsi (no spoiler!) nella prima produzione italiana di Netflix.

1. La vendetta di Manfredi

L’incontrastato boss della famiglia sinti degli Anacleti ha perso il potere dopo essere rimasto ferito nello scontro con Aureliano ed essere finito in coma. Al termine della scorsa stagione si è risvegliato, e quello che lo aspetta nella terza è la prospettiva di passare il resto della sua vita dietro le sbarre, gestire uno stato fisico sicuramente debilitato dalla malattia e realizzare la presa di potere del fratello minore Spadino. Quest’ultimo, pecora nera della famiglia che Manfredi aveva costretto a sposare – nonostante l’omosessualità – la figlia di un’altra famiglia sinti, lo ha sostituito alla guida del clan. Tuttavia, Manfredi è una vecchia volpe, un uomo invidioso ma anche calcolatore e manipolatore, ed è lecito aspettarsi che farà, almeno all’inizio, buon viso a cattivo gioco mentre metterà in opera un piano per riprendersi la leadership sugli Anacleti con la connivenza della madre, da sempre convinta che Spadino non sia degno di quella posizione.

2. Il destino di Aureliano

Un’esistenza liminale, come quella di chi vive per arraffare il potere tramando e uccidendo, non è per tutti. Aureliano (Alessandro Borghi) sa essere spietato, quasi sadico, ma la sua lealtà nei confronti degli amici è innegabile, nonché il suo punto debole. Il suicidio di Lele, incapace di sostenere il peso di una collaborazione malavitosa che gli ha fatto perdere l’anima, ha conseguenze psicologiche anche sul principino di Ostia, sempre più persuaso di essere vittima di una sorta di maledizione che porta alla morte le persone a lui care. Aureliano ha sempre più paura di perdere la donna che ama, Nadia (Federica Sabatini), e l’amico ormai diventato un fratello, Spadino (Giacomo Ferrara); e senz’altro il consolidarsi della sua posizione nel panorama criminale romano pone un rischio alla sua sicurezza e a quella della famiglia di elezione. Nei nuovi episodi il fatalismo, l’ascesa al potere su Roma e il ritorno di Manfredi, da lui stesso ferito quasi mortalmente, sono destinati a metterlo alla prova più che mai.

3. L’alleanza di Samurai e Cinaglia

Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro), il personaggio che ha subito l’evoluzione più radicale nel corso dei primi due atti, ha ormai preso la direzione della corruzione. Politico integerrimo, onesto padre di famiglia e uomo dagli ideali limpidi, all’inizio della storia è uno dei buoni in un mondo dove di buoni non ce ne sono. Il senso di risentimento verso un sistema politico che favorisce i corrotti e il contatto con il genio criminale Samurai lo conducono sulla via della perdizione. Nella terza stagione è lecito aspettarsi di vederlo prendere una decisione definitiva, ovvero se ravvedersi realizzando di essere diventato il tipo di uomo che detestava oppure lasciarsi sedurre totalmente dal male e diventare l’erede di Samurai nel controllo degli affari criminali di Roma.

4. L’amicizia di Aureliano e Spadino

Nel film era Aureliano a uccidere Spadino, reo di essersi immischiato negli affari del politico Malgradi coinvolto inaspettatamente nella morte per overdose di una giovane prostituta in un universo narrativo dal quale la serie prequel si è chiaramente discostata. L’Aureliano “Numero 8” cinematografico era spietato, aggressivo e testa calda – non molto lontano da quello televisivo –, ma l’adattamento a episodi ci ha fornito l’opportunità di conoscerne il lato più affettuoso, quello in grado di andare oltre i pregiudizi razzisti e diventare l’alleato inseparabile dello “zingaro gay”. Dunque, quella che sembrava nel film una conoscenza superficiale e malaugurata, viene illustrata nella sua genesi e nel suo senso profondo: per Aureliano quella con Spadino è l’unica, vera amicizia che abbia mai avuto. Spadino, dal canto suo, è da sempre follemente innamorato di “Numero 8”, dapprima sentimentalmente poi fraternamente, tanto da mettersi contro tutta la famiglia per mantenere l’alleanza. Il ritorno di Manfredi promette di mettere a dura prova la loro relazione: ma è davvero possibile che gli eventi descritti finora possano distruggere questo legame e portare allo stesso finale del film?

5. Il re di Roma

“]
Chi sarà il vero re della Capitale, quello in grado di tenere le fila di tutti gli affari criminali che legano mafia, chiesa e politica? Spadino è convinto che suo figlio, di cui la moglie Angelica (Carlotta Antonelli) è in attesa, sarà il nuovo Cesare dell’impero che lui gli offrirà; Samurai ha scoperto in Cinaglia un alleato di cui potrebbe anche diventare il mentore, assicurandosi un erede a sorpresa e inaspettato; il Cardinale Nascari è tanto furbo e spudorato nello sfruttare serenamente il potere de Vaticano e l’avvento del Giubileo per i propri interessi economici e per porre le condizioni per una sua candidatura come prossimo Papa. Tutti sono divorati dall’ambizione, però non sono abbastanza forti da mettere da parte sentimenti, affetti e passioni per dedicarsi totalmente alla conquista dello scettro. Tuttavia, l’atto finale di Suburra ha bisogno di un re, destinato e essere incoronato entro sei puntate.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]