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giovedì, Ott 15

Supercomputer Leonardo, in Italia uno dei più potenti al mondo



Da Wired.it :

Il programma Euro Hpc assegna ad Atos e Ndivia l’appalto per costruire la macchina pre-exascale al Cineca di Bologna. Sarà uno degli 8 nodi del progetto del supercalcolo europeo

Un supercomputer (foto Morris MacMatzen/Getty Images)
Un supercomputer (foto Morris MacMatzen/Getty Images)

Sarà la multinazionale informatica francese Atos a costruire Leonardo, uno degli otto supercomputer con cui l’Unione europea intende competere ad armi pari con Stati Uniti e Cina nel calcolo ad alte prestazioni. La macchina è uno dei nodi del progetto Euro Hpc (high performance computing), promosso dalla Commissione europea e partecipato da 32 Stati e aziende private. Ha l’obiettivo di far recuperare terreno alle capacità di calcolo del Vecchio continente, sorpassato nelle classifiche mondiali dalle macchine cinesi e americane. E Leonardo è uno dei tre supercomputer che deve riportare la bandiera a 27 stelle nella top 5 mondiale. Ospitata nel tecnopolo di Bologna, la nuova macchina sarà un pre-exascale: sta un gradino più in basso dei supercalcolatori in grado di macinare un exaflop, ossia un miliardo di miliardi di operazioni al secondo.

Le promesse del supercalcolo

Non è solo una questione di vanto. I supercomputer sono un’infrastruttura strategica per costruire scenari meteorologici attendibili, con cui prevenire il cambiamento climatico; alzare le difese contro le minacce informatiche; proteggere meglio dati sensibili; accelerare la ricerca scientifica e sanitaria.

Non a caso i supercomputer sono stati coinvolti nella lotta al coronavirus. Il governo statunitense ha reclutato Summit di Ibm, in forza all’Oak Ridge National Lab del Tennessee, attraverso il quale i ricercatori hanno potuto simulare 8mila composti e in pochi giorni hanno ristretto a 77 la rosa di quelli che hanno il potenziale di inibire le infezioni da Covid-19. L’Europa ha fatto qualcosa di simile, aggregando 120 petaflop di calcolo tra Germania, Spagna e Italia per analizzare 400mila molecole, da cui ne sono state selezionate settemila per identificare con i test in vitro le più efficaci contro il coronavirus. Nel Belpaese è stata Eni a mettere a disposizione il suo Hpc5 in tandem con l’azienda farmaceutica Dompè per scrutinare 10mila composti.

Il progetto di Leonardo

A guidare il progetto italiano è il Cineca, il consorzio interuniversitario per il calcolo automatico dell’Italia nord orientale (67 università, 9 enti di ricerca, tre policlinici e il ministero dell’Istruzione, da cui è controllato), che ha candidato Bologna per ospitare il macchinario.

Il computer sorgerà nel tecnopolo emiliano, dove traslocherà anche il supercalcolatore del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf) di Reading, Regno Unito, a causa della Brexit, e in un’area dove già sono operativi quattro elaboratori in forze al Cineca e dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie (Ifn). Leonardo ha l’obiettivo di raggiungere una potenza di 248 petaflop, 10 volte quella del più potente macchinario oggi in forze al consorzio interuniversitario, Marconi100. Insieme ad Atos, di cui è stato amministratore delegato fino all’anno scorso l’attuale commissario europeo al mercato interno, Thierry Breton, sarà coinvolta nell’appalto Ndivia, gruppo californiano specializzato in schede grafiche e chip. L’obiettivo è che la macchina sia pronta per il 2021 e operativa appieno entro il 2022.

La sfida dell’Europa

Per il programma Euro Hpc, che ormai è strutturato come un ente a sé, Bruxelles e gli Stati dell’Unione hanno stanziato 1,1 miliardi di euro tra il 2019 e 2020, destinati a raggiungere quota 8 miliardi nel budget 2021-27. Leonardo costerà circa 120 milioni e altrettanti ne serviranno per l’intero progetto, per un totale che supera i 250 milioni.

Bruxelles conta di accendere le prime macchine già nel 2021. Nelle scorse settimane è stato assegnato l’appalto per il computer petascale (un gradino più in basso della macchina exascale italiana) che Hewlett Packard costruirà in Repubblica Ceca, all’It4innovation center: la partenza è prevista a maggio. Costo: 15 milioni. Atos, che costruirà Leonardo, ha vinto altri due appalti: Vega, il calcolatore che realizzerà in Slovenia entro marzo per 17,2 milioni, e Meluxina, la macchina petascale del Lussemburgo (30 milioni). Tutti e tre monteranno chip di Ndivia. Un quarto macchinario delle stesse capacità sorgerà in Bulgaria, mentre Spagna e Finlandia ospiteranno gli omologhi di Leonardo.

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[Fonte Wired.it]