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mercoledì, Ott 09

Taglio dei parlamentari, quanto fa risparmiare allo stato?


In breve: molto poco, secondo enti indipendenti che hanno fatto i dovuti calcoli. I recuperi miliardari propagandati dal Movimento 5 stelle non trovano conferme

(foto: Valerio Portelli/LaPresse)

L’8 ottobre è stata approvata in ultima votazione la legge costituzionale che riduce il numero dei deputati dagli attuali 630 a 400 e i senatori da 315 a 200 per un totale di 600 parlamentari.

Il via libera alla riforma è senz’altro una delle più grandi conquiste del Movimento 5 stelle, che è nato come una forza anti-sistema desiderosa di abbattare i costi della politica. Ma il provvedimento gode anche di un grande consenso trasversale. “Ora che ci sono meno poltrone, i costi della politica si abbasseranno, finalmente”, si sente dire in giro.

Un risparmio, in effetti, ci sarà. Il Blog delle stelle – che è l’organo ufficiale del M5s, dunque giocoforza parte in causa – stima che si aggirerebbe intorno a 500 milioni di euro a legislatura ed equivarrà circa a 1 miliardo di euro in 10 anni. Soldi che, secondo i 5 stelle, potranno essere reinvestiti “per costruire 133 nuove scuole o 67mila aule per i nostri bambini, ma anche per comprare 13mila ambulanze, assumere 25mila infermieri o 11mila medici. 1 miliardo equivale a 133 nuovi treni per i nostri pendolari, al Sud come al Nord”.

Sia Pagella Politica, il sito italiano di fact-checking, che l’Osservatorio Economico dei Conti Pubblici di Carlo Cottarelli considerano, però, queste cifre esagerate e le hanno riviste al ribasso.

I conti di Pagella Politica

Il portale di fact-checking sostiene che, una volta che il taglio dei parlamentari sarà effettivo, lo stato risparmierà circa 81,6 milioni di euro all’anno, e di conseguenza circa 408 ogni legislatura.

Per arrivare a questo risultato, i redattori hanno recuperato il bilancio della Camera e quello del Senato del 2018, sono andati a cercare le voci relative alla spesa relativa alle indennità dei deputati e al rimborso spese per l’esercizio del mandato e hanno fatto i calcoli.

Montecitorio riporta una spesa totale di 144,9 milioni annui, pari a circa 230mila euro all’anno per ogni deputato. Se moltiplichiamo questo numero per 400, quanti saranno i deputati nella prossima legislatura (sempre che il progetto non venga sottoposto a referendum e bocciato), otteniamo un costo annuale di 92 milioni. La Camera risparmierebbe cioè, ogni anno, 52,9 milioni di euro.

Passiamo ora a Palazzo Madama. Ogni anno il Senato spende circa 249.600 euro per ogni senatore. Se moltiplichiamo questo numero per 200, quanti sono i parlamentari di questo ramo, e confrontiamo il risultato con la cifra relativa ai costi per 315 senatori vediamo che c’è un risparmio pari a 28,7 milioni di euro all’anno.

Per completezza di informazione, va detto che la cifra finale che si ottiene sommando i 28,7 milioni ai 52,9 potrebbe essere imprecisa per difetto.

La stima dell’Osservatorio sui conti pubblici

Il centro guidato dall’economista Carlo Cottarelli sostiene che il risparmio sarà persino inferiore rispetto a quello stimato da Pagella Politica.

L’Osservatorio prende in considerazione un’indennità lorda mensile di 10.400 euro e un rimborso spese mensile pari a circa 8.500 euro per ogni parlamentare, arrivando alla conclusione che Camera e Senato risparmieranno 82 milioni di euro lordi all’anno. Come sottolinea in un articolo su Repubblica l’economista Edoardo Frattola, che ha lavorato al report, “il vero risparmio per lo stato deve essere calcolato al netto e non al lordo delle imposte e dei contributi pagati dai parlamentari allo stato stesso”.

Il numero da tenere a mente non è perciò quello degli 82 milioni all’anno ma di 57 milioni – considerando un’indennità netta di 5mila euro al mese – per un totale di 285 milioni a legislatura. Questa cifra, conclude Frattola, è molto più bassa rispetto a quella enfatizzata dai sostenitori della riforma, ed è pari allo 0,007% della spesa pubblica italiana.

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