Il Tai Chi si può praticare sempre e ad ogni età, perché non è muscolare e atletico come le arti marziali esterne, ma è accessibile e adattabile. In un mondo che va sempre più veloce, il Tai Chi ci insegna a rallentare e ad avere una maggiore consapevolezza di ciò che ci circonda.
La pratica e le scuole del Tai Chi
Oggi il Tai Chi si pratica ovunque: nelle palestre, nei parchi. Sabato 26 a Milano la PWKA, l’associazione italiana del Wu Shu, organizza un Taiji Festival, con i maestri delle varie scuole italiane. Esistono diversi stili, ma i più diffusi sono il Chen, il più antico, dinamico e vicino alla radice marziale, e lo Yang, più fluido e meditativo, forse quello più diffuso in Occidente.
Tutti prevedono sequenze chiamate forme: serie codificate di movimenti, a mani nude o con armi tradizionali come spada, ventaglio o bastone. Ogni gesto è eseguito lentamente, con precisione, per sviluppare equilibrio, elasticità, forza “morbida”, e “radicamento”, lavorando sul Dantian, il baricentro energetico del corpo secondo la medicina cinese. C’è poi il Tui Shou, lo “spingi con le mani”, che si fa in due, cercando contatto e fluidità nei movimenti.
Tai Chi e musica, da Lou Reed ai Metallica
“Il Tai Chi mi ha salvato la vita”, disse Lou Reed – che iniziò a praticarlo negli anni ’80, dopo una vita passata col “walk on the wild side”. Reed aveva raccontato che per oltre 20 anni si è esercitato almeno 2 ore al giorno e che quando andava in tour richiedeva esplicitamente uno spazio dove potersi esercitare. E spesso portava il suo maestro cinese Ren con sé sul palco, a “danzare” i movimenti del Tai Chi mentre lui cantava i suoi classici.
Lou Reed e il Maestro Ren in “Perfect Day”
Reed è scomparso nel 2013 e la moglie Laurie Anderson ha raccontato che ha praticato il Tai Chi fino agli ultimi istanti di vita. Ha inciso nel 2007 Hudson River Wind Meditations, un album di musica strumentale per la pratica del Tai Chi, ristampato l’anno scorso – ed è uscito postumo un libro, The Art of the Straight Line, che raccoglie scritti e riflessioni sue e dei suoi colleghi sull’arte marziale. Nel libro c’è una meravigliosa foto – scattata dal fotografo Anton Corbijn, autore delle copertine di U2, Depeche Mode e Nick Cave – con Reed che insegna il Tai Chi ai Metallica durante le sessioni di Lulu, l’ultimo album che ha inciso prima di morire.
In un’epoca iperconnessa e accelerata, il Tai Chi è un’alternativa, culturale e fisica: una disciplina per il benessere, ma anche una filosofia che non scivola mai nella para-scienza new-age. iInsegna un modo diverso di pensare il tempo, lo spazio, la relazione con gli altri. Utile per camminare sul lato selvaggio, come Lou Reed, ma senza perdere l’equilibrio.