La maxi-multa di 10 milioni di euro a Amazon ridotta dal Tar del Lazio
Il Tar del Lazio ha dimezzato la maxi-multa di 10 milioni di euro inflitta dall’Antitrust a Amazon EU e Amazon Services Europe, società di diritto lussemburghese, accuse di pratica commerciale scorretta, ingannevole e aggressiva.
L’Antitrust aveva accusato Amazon di due specifiche condotte: "pre-impostazione dell’acquisto periodico su un’ampia gamma di prodotti" e "pre-impostazione della consegna veloce a pagamento, anche laddove è disponibile l’opzione della consegna gratuita". Tuttavia, l’Autorità ha accettato gli impegni proposti in relazione alla seconda condotta, mentre ha sanzionato la prima con 10 milioni di euro.
Il Tar ha rilevato che, nella pagina web di Amazon, viene pre-impostata l’opzione "acquisto periodico" anziché "acquisto singolo", sia per prodotti venduti dalla stessa Amazon sia per prodotti venduti da terzi sul marketplace. La giurisdizione ha denunciato che ciò limitava in modo considerevole la libertà di scelta dei consumatori. La preselezione, senza informazione sufficiente sugli effetti, era considerata "ingannevole" e non aveva riflessi sulla consapevolezza della scelta del consumatore.
Il Tar ha quindi annullato in parte la determinazione dell’Antitrust, affermando che la condotta di Amazon non era "aggressiva" come previsto dagli articoli 24 e 25 del Codice del consumo. Tuttavia, ha confermato la valutazione di "ingannevolezza" dell’Autorità, riducendo l’importo della multa da 10 a 5 milioni di euro.
Questa decisione potrebbe essere considerata un successo per Amazon, che ha visto ridurre la sanzione iniziale di 10 milioni di euro a sole 5 milioni. Tuttavia, il caso rivela la continua attenzione dell’Antitrust sulla pratica commerciale dei giganti del mondo tecnologico e l’importanza di una giurisdizione che tuteli i diritti dei consumatori.
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