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giovedì, Mag 14

Teams, Meet, Zoom: i migliori servizi di video conference conquistano la nostra quotidianità


Aule virtuali, cene, feste, lezioni di yoga, happy hour. Tutta la nostra vita migrata online. La pandemia ha cambiato il nostro modo di vivere e anche di lavorare e ci siamo abituati a nuovi strumenti e app che consentono la collaborazione a distanza

Milioni di persone si sono rivolte ai programmi di videoconferenza e live-streaming per tenere riunioni lavorative ma anche per fare lezioni online, per sposarsi, per partecipare a funzioni religiose, da San Pietro a Roma alla Grande Moschea di Abu Dhabi.

Il “boom” di Microsoft Teams

La richiesta di Microsoft Teams, il programma dell’azienda che produce Windows per le funzioni di video riunioni, è aumentata nel mondo del 200%, passando dai 30 a 75 milioni di utenti giornalieri, con picchi di 200 milioni al giorno di partecipanti alle riunioni online, perché le aziende si sono spostate in remoto. Microsoft ha dovuto implementare in brevissimo tempo funzioni come gli sfondi personalizzati per nascondere una casa in disordine e quella della riduzione del rumore di fondo, perché magari in casa ci sono bambini e animali domestici, così come la funzione di  terminare la riunione per tutti con un solo clic. Funzioni previste entro il 2021, sviluppate in poche settimane.

Google Meet diventa gratuito

Google ha annunciato che il suo servizio di videoconferenza Meet, precedentemente noto come Hangouts, che veniva usato solo in ambito aziendale ed educativo, è ora gratuito, per chiunque disponga di un account Gmail, e grazie alla stretta integrazione di Meet dentro la posta elettronica di Google, ha acquisito 3 milioni di nuovi utenti ogni giorno e oggi ha superato i 100 milioni di utenti quotidiani.

Tutti pazzi per Zoom

Ma c’è stato un servizio che più di ogni altro ci è diventato familiare, entrando nella nostra quotidianità, è Zoom, schizzato da 10 a 300 milioni di utenti giornalieri. La funzione Gallery che permette di vedere tutti i partecipanti alla riunione e i selfie agli screen sono diventati una moda dei giorni di lockdown. Ma quale è stato il segreto che ha permesso a Zoom di staccare tutti i competitor? Zoom ha alzato il limite di utilizzo della versione gratuita, ha una regalato l’accesso a tutte le scuole per l’apprendimento online. Inoltre non richiede alcun account per accedere ed è molto facile da usare, tanto che da software aziendale ha cominciato ad essere impiegato in un una miriade di modi per i quali non è mai stato pensato, dalle feste di compleanno ai matrimoni online alle riunioni dei governi per decidere le politiche di un paese.

Zoom, vantaggi e… pericoli

Perché Zoom non solo è semplice, ma è anche molto stabile. Per stare al passo con la rapida crescita dei suoi partecipanti, ha investito prima e più di tutti i suoi competitor in data center per aumentare la capacità dei server, grazie agli accordi super vantaggiosi che è riuscita a strappare sia ad Amazon Web Services che a Oracle, che era già cliente di Zoom e aveva bisogno che l’app funzionasse bene per sostenere la propria attività in remoto. Zoom ha così ricevuto una pubblicità senza precedenti e si è trasformata da piattaforma rivolta alle imprese a un nome familiare alle nostre orecchie. Ma all’aumentare della popolarità sono venuti alla luce tanti problemi e crescenti preoccupazioni sopratutto per la privacy e sicurezza dei nostri dati. Gli attivisti, i legislatori e persino l’FBI avvertono che Zoom non è abbastanza sicuro per i nostri dati personali, né per per l’accesso dove non sembra ancora possibile abilitare la crittografia per le riunioni video. La facilità d’uso ha portato al fenomeno “Zoombombing”, in cui dei ragazzi si uniscono alle video chiamate per trasmettere video porno. Per risolvere questi problemi, Zoom ha rilasciato una serie di aggiornamenti che per il momento hanno messo una pezza alle problematiche di privacy e la piattaforma continua ad essere premiata dalle persone.

I competitor si adeguano

Ma intanto i suoi competitor si sono messi a copiare le sue funzionalità: per rispondere alla popolare Gallery di Zoom, sia Microsoft Teams che Google Meet hanno aumentato il numero di persone che puoi vedere contemporaneamente, ma hanno anche cominciato a  promuovere il loro livello più elevato di privacy e sicurezza. Google ha recentemente vietato l’uso di Zoom sui suoi laptop e già per chi usa i Mac non è così semplice usare Zoom come per tutti, a causa delle problematiche che gli sta creando Apple rispetto alle sue politiche di privacy, che Zoom è stata costretta ad adeguare.

Messenger Rooms e Houseparty

Facebook si è affrettato a lanciare Messenger Rooms in risposta a Zoom, che consente agli utenti di creare chat room pubbliche o private in grado di contenere fino a 50 persone, per conquistare quel pubblico consumer che potrebbero utilizzare Zoom per le funzioni social. Nel mercato consumer è anche entrata Houseparty, un servizio di social network che consente la chat video di gruppo tramite app mobili e desktop. Gli utenti ricevono una notifica quando gli amici sono online e disponibili per la chat video di gruppo. In media, gli utenti trascorrono circa 51 minuti al giorno nell’app in chat di gruppo o one-to-one. L’unica app “rimasta al palo” è Skype, che sebbene sia cresciuta fino a 40 milioni di utenti al giorno, non è riuscita a sfruttare appieno la sua posizione una volta dominante nel mercato, lasciando la porta aperta alla concorrenza. Microsoft, proprietaria di Skype, ha preferito focalizzarsi sul miglioramento di Microsoft Teams.

Come cambia il nostro modo di comunicare

Ma il vero test ora per Zoom e i suoi concorrenti sarà la conseguenza della pandemia di coronavirus. La pandemia ha modificato in modo permanente il mercato del lavoro e quelli che un tempo erano strumenti utili come i software di video conferenza si sono trasformati in strumenti indispensabili per utenti e consumatori e nessuno avrebbe potuto prevedere il rapido aumento della popolarità di questi servizi di live-streaming in risposta a una pandemia globale: questi stanno cambiando il nostro modo di rapportarci. In una conversazione in video conferenza non si ha la stessa attenzione che dal vivo, faccia a faccia, la conversazione è frammentata tra quello che si dice e le integrazioni in chat, spariscono tutti i segnali non verbali, che però sono utili ad una conversazione attenta. Con le interazioni faccia a faccia, puoi avere una conversazione perfettamente comprensibile in cui più persone si interrompono a vicenda. Di persona, le persone possono elaborare ciò che gli altri stanno dicendo, anche quando parlano tra loro, grazie al linguaggio del corpo e ad altri segnali. Ma in una video chat, un’interruzione di solito significa una pausa imbarazzante mentre tutti controllano rapidamente la rete internet per assicurarsi che siano connessi.

“Una nuova normalità”

Ad oggi quello che vediamo dalla Cina dove il domani è arrivato prima che da noi, si continua a lavorare in remoto su giorni alterni, giorni A e B di chi arriva in ufficio e di chi lavora da remoto. Dopo che la Cina ha revocato le restrizioni, Microsoft continua a vendere due volte il numero di nuovi pacchetti di Teams, ogni giorno rispetto alla fine di gennaio. “Anche il numero di utenti attivi giornalieri delle squadre continua a crescere settimana dopo settimana – dice Jared Spataro di Microsoft – ci sarà una nuova normalità che ci richiederà di continuare a utilizzare questi nuovi strumenti per molto tempo”. La gara è ora in corso per vedere quale app apre la strada nel plasmare la nostra comunicazione con amici, familiari e colleghi nella nuova normalità che emergerà nei mesi a venire.



fonte : skytg24