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lunedì, Mag 22

Tears of the Kingdom era pronto da marzo scorso | Wired Italia



Da Wired.it :

Il produttore del nuovo The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom ha rivelato un particolare molto interessante sull’uscita di quello che sembra già destinato a diventare il gioco del 2023. Come da iniziale programma, infatti, il titolo era pressoché pronto già a marzo 2022, ovvero secondo la data originaria di debutto sui mercati internazionali, ma si è deciso di prendere più tempo per le indispensabili rifiniture e per garantire un prodotto al 100% conforme agli alti standard richiesti. In modo particolare si è lavorato per ottimizzare al meglio la fisica del gioco, che in questo capitolo ha spostato notevolmente l’asticella spostando l’azione anche nei cieli di Hyrule e con la manipolazione più profonda degli oggetti.

Così come in scultura il lavoro più complicato è quello di fino con le levigature quasi impercettibili che donano l’aspetto finale all’opera, anche nei videogiochi si spendono molti mesi per modifiche minori, ma altrettanto fondamentali. A raccontare nel dettaglio la situazione è stato il produttore Eiji Aonuma nel corso di un’intervista al Washington Post, confermando che gli ultimi 12 mesi sono stati spesi per assicurarsi che la fisica del gioco fosse coerente con le proprie regole e che i giocatori potessero trovare un ambiente dove sbizzarrirsi con le tante potenzialità introdotte dal nuovo capitolo (e di certo c’è chi si è divertito molto, si vedano le cosiddette sculture oscene).

Eiji Aonuma ha raccontato di aver speso giorni e giorni a giocare e addentrarsi in ogni singolo dettaglio di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, dalle sue versioni preliminari fino a quelle ormai pronte a debuttare in commercio, così come fatto con ogni capitolo sin dal glorioso Ocarina of Time del 1998. Un lavoro certosino di tutto il team, dunque, non solo quello di sviluppo vero e proprio: una dedizione che sta portando i frutti sperati, dato che in tre giorni il nuovo Zelda ha venduto già 10 milioni di copie, non solo grazie a una trama che si collega al fortunato predecessore Breath of the Wild, ma anche e soprattutto per le sue ampie potenzialità di esplorazione e svago.



[Fonte Wired.it]