Seleziona una pagina
domenica, Mag 14

Tears of the Kingdom non è una rivoluzione, e va bene così | Wired Italia



Da Wired.it :

I poco apprezzati Colossi Sacri e i loro boss sono spariti, lasciando il posto a santuari più fedeli allo stile Zelda – Vento, Fuoco, eccetera – e a combattimenti unici. Questi santuari, un interessante mix di nuovo e vecchio, sono esteticamente molto più interessanti (che si tratti di labirinti di fuoco o di lunghe barche alimentate dal vento) pur conservando un design simile a quello dei Colossi. I fan dei santuari “tradizionali” di Zelda saranno più soddisfatti, anche se non del tutto appagati (una frase che potrebbe valere per l’intero gioco).

Il nuovo Zelda mi ha ricordato i vecchi giochi Rareware, ma soprattutto aggiunge nuove motivazioni ai combattimenti e all’attività di raccolta. I frutti possono ora essere attaccati alle frecce per infliggere danni. Un boss Bokoblin lascerà cadere un corno che migliorerà enormemente l’efficacia della vostra arma; un semplice spadone può essere ricoperto di ossa di Hinox. Una volta fuse, le spade durano molto più a lungo, anche se possono comunque rompersi. Le armi leggendarie, come la spada di Biggoron, possono essere riacquistate usando i poes, piccole fiammelle blu disseminate nel mondo oscuro.

Molti elementi del mondo di Zelda ritornano migliorati in Tears of Kingdom. Le missioni secondarie sono di più e più approfondite, con personaggi più sfaccettati. I santuari continuano a fornire cuori e resistenza, ma le abilità Fusione, Reverto e Ascensus rendono più intuitivi gli enigmi. Lo stesso vale per i semi di Korok, sparsi per il mondo e che dovrete scovare. Quasi tutte le ricette, i nemici e le armature ritornano, insieme a un’ampia gamma di nuovi elementi (e, grazie a Dio, una tuta che permette di arrampicarsi sotto la pioggia).

Se Breath of the Wild è stato l’Ocarina of Time dell’era moderna – dal punto di vista dell’influenza e della metamorfosi – chi ha familiarità con la saga ricorderà che il titolo fu seguito da Marjora’s Mask, il più strano dei capolavori della serie, che si dice venne influenzato dalla crisi missilistica in Corea del Nord del 1998 e vedeva un Link incastrato in loop in un sogno apocalittico durato tre giorni. The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom non offre niente di così strano e divisivo.

Per capire meglio il nuovo gioco, si può fare un paragone con Elden Ring. From Software si è preso un rischio enorme il titolo, rinunciando alla formula lineare della serie (simile a quella di Legend of Zelda) e creando un mondo aperto che rivoluzionava uno stile di gioco perfezionato da videogame come Breath of the Wild. Elden Ring ha venduto più di 20 milioni di copie, quasi come tutti i Dark Souls messi insieme. Ha ricevuto il punteggio più altro da quasi tutti i critici più autorevoli. Gli streamer continuano a trovare nuovi modi per giocarci. Nintendo, in questo senso, è un passo avanti rispetto a From Software: la casa oggi sta cercando di replicare una formula vincente. Nel 2017, Breath of the Wild fu un regalo dal futuro; nel 2023, il suo seguito rappresenta l’apice del presente.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired UK.



[Fonte Wired.it]