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venerdì, Ago 28

Tenet, alcuni dettagli per comprendere meglio il film



Da Wired.it :

Comprendere l’ultima fatica di Christopher Nolan è complesso ma non impossibile: dal quadrato di Sator all’entropia inversa, dal paradosso del nonno alla mossa a tenaglia, ecco alcuni espedienti per capirlo meglio

ATTENZIONE: tanti spoiler sulla trama di Tenet

Uscito in questi giorni nelle sale, Tenet, l’ultima opera di un regista visionario e complesso come Christopher Nolan, sta riscontrando un ovvio successo ma sta anche suscitando le perplessità di critici e spettatori, disorientati da una sceneggiatura molto stratificata e a tratti sfuggente. In apparenza, in effetti, si tratta della classica spy story in cui un Protagonista (John David Washington), ex agente della Cia reclutato in un’organizzazione chiamata Tenet, deve sventare i piani di un folle oligarca russo (Kenneth Branagh), intenzionato a collezionare e usare pericolosi reattori nucleari; lo farà tramite l’aiuto di un informatore, Neil (Robert Pattinson), e la moglie frustrata del suo nemico, Kat (Elizabeth Debicki), ma le cose ovviamente sono molto più complesse di così.

Di mezzo infatti c’è una distorsione temporale che in sostanza rende possibile, sebbene in modo particolare, il viaggiare indietro nel tempo. Questo fa sì che la storia stessa della pellicola si ripieghi su sé stessa, creando dei momenti in cui i flussi temporali si sovrappongono e, in sostanza, si confondono. Il meccanismo messo in piedi da Nolan, che in sostanza lavora a questo film da vent’anni, è però estremamente preciso e controllato tanto che (quasi) tutto trova il suo funzionamento e la sua spiegazione. Ecco alcuni riferimenti per orientarsi nell’andirivieni narrativo di Tenet, ovviamente da consultare dopo aver visto il film per farsi un’idea più chiara di ciò che è accaduto.

Cosa significa Tenet

(foto: Wikipedia)

Da quel che si comprende nello svolgimento del film, Tenet è un’organizzazione misteriosa (che si riconosce tramite la stessa parola chiave e un gesto che intreccia le mani) che opera affinché venga sventata una minaccia di distruzione proveniente dal futuro. Per inquadrare il contesto metaforico del film è bene far chiarezza sul suo titolo: in inglese la parola tenet sta per “principio su cui si basa una teoria o un sistema di pensiero”. Ma è anche uno dei vocaboli che compare nel cosiddetto quadrato del Sator, un’iscrizione in pseudolatino ricorrente nel Medioevo in numerosi luoghi e documenti: la frase “Sator Arepo Tenet Opera Rotas“, dal significato non chiarissimo, è soprattutto un palindromo perché si può leggere in ugual modo sia da destra che da sinistra; inoltre, disposte su un quadrato, le cinque parole di cinque lettere formano un incastro in cui la parola “tenet” è centrale e palindroma sia in orizzontale sia in verticale. Questo a dire che anche nel film di Nolan tutto può essere letto in un senso o anche nel suo opposto (il film è ricco di scene, anche minime, che siano un tuffo o un’auto che suona il clacson, che torneranno poi in seguito con tutt’altro significato). Da notare che ricorrono nella trama anche le altre parole del quadrato: l’antagonista interpretato da Kenneth Branagh si chiama Andrei Sator, mentre il contraffattore è Thomas Arepo, infine l’azione inizia proprio in un teatro dell’opera.

L’inversione

L’enigma che il Protagonista si trova ad affrontare è tutto basato sull’inversione degli oggetti e, come si vedrà poi, anche di persone e molto altro. Si trova infatti di fronte ad alcuni oggetti, in particolare dei proiettili, la cui entropia (ovvero, in meccanica statistica, una grandezza che viene interpretata come una misura del disordine presente in un sistema fisico qualsiasi) è stata invertita in modo che il loro flusso temporale sia contrario a quello ordinario: questi proiettili, dunque, invece di venire sparati ritornano nella pistola da cui sono fuoriusciti in passato. Il processo di inversione del corso delle molecole (teorizzata anche in veri teoremi matematici come la teoria della causalità inversa di Feynman, citata nel film) avviene grazie all’utilizzo di una fissione nucleare particolarmente potente e permette dunque una specie di viaggio nel tempo: il ritorno nel passato, però, non avviene come nella fantascienza classica in modo canonico, ma chi o cosa torna indietro deve farlo in senso inverso, in pratica “navigando controcorrente” mentre il mondo prosegue nella sua direzione verso il futuro.

La mossa a tenaglia

Il concetto di controcorrente è molto importante in alcune scene chiave del film (per non spoilerare troppo diremo che sono quelle che si svolgono a Oslo, Tallin e in una città nucleare sovietica) che avvengono mentre si incrociano elementi che proseguono ordinariamente in avanti e altri che sono “invertiti” dal futuro verso il passato. Molto spesso in questi casi viene applicata la strategia che nel film viene chiama mossa a tenaglia: si tratta di una tattica militare nota fin dalla battaglia di Maratona del 490 a.C., in cui accanto a una squadra principale che attacca frontalmente il nemico ce n’è una o più d’una che si muove ai lati circondandolo e attaccandolo alle spalle. Lo stesso in Tenet avviene in una chiave temporale: un gruppo di persone persegue l’obiettivo seguendo la linearità classica del tempo ma viene sostenuta da un’altra squadra che invece si inverte e, viaggiando indietro nel passato, è in grado di anticipare avvenimenti e svolte in modo che la squadra lineare sia informata in anticipo sui fatti.

Rosso e blu

La compresenza di elementi che viaggiano lineari verso il futuro e, in contemporanea, di altri che dal futuro tornano indietro nel passato è uno degli elementi più peculiari e spesso sfuggenti della complessa architettura narrativa di Tenet. Eppure Nolan e co. disseminano il film di piccole chiavi per comprendere meglio la distinzione fra queste due dimensioni che pur si compenetrano: nei casi delle mosse a tenaglia, in particolare, chi viaggia linearmente (dal presente al futuro) è caratterizzato da una luce o da elementi di colore rosso, mentre chi è invertito (dal futuro al passato) è caratterizzato dal colore blu. Attenzione anche ai fori di proiettile: quando li vedete, anche senza apparente motivo, significa che ci si trova in un contesto di probabile o imminente inversione. Attenzione anche a un laccetto rosso attaccato a uno zaino: individuarlo permette di seguire, in un verso e nell’altro, le azioni di un personaggio specifico.

L’Algoritmo

Come nel più classico dei film di spionaggio, il Protagonista deve impedire a Sator di mettere le mani su dei dispositivi nucleari che, questa volta, non causerebbero solo un apocalisse atomico ma distruggerebbero proprio il corso della storia del pianeta. Questo perché – e qui riveliamo le origini della trama di Tenet – lo stesso Sator fin da giovane è stato reclutato da alcune misteriose personalità del futuro affinché raccogliesse i nove dispositivi che, messi insieme, formano il cosiddetto Algoritmo: si tratta di un marchingegno messo a punto da una scienziata nel futuro e che sarebbe servito a invertire il corso del tempo dell’intero pianeta Terra, ormai sull’orlo di un imminente disastro ambientale. Tornare indietro nel tempo sarebbe stata l’unica soluzione, ma la scienziata – consapevole dei pericoli dell’arma da lei creata – lo divide e dissemina in nove pezzi. Tutta la carriera di Sator si è articolata nella ricerca di questi dispositivi, l’ultimo dei quali gli viene fornito inavvertitamente dallo stesso Protagonista. Sator è anche malato terminale, quindi decide che si ucciderà nel momento stesso in cui metterà fine al mondo attivando l’Algoritmo (al polso porta un cosiddetto dead man switch, o dispositivo vigilante, ovvero un sistema automatico per cui appena il suo battito si ferma attiva immediatamente una reazione, in questo caso l’esplosione della bomba).

Il paradosso del nonno

Il piano di Sator e quindi delle persone del futuro implica una distruzione totale. Qui si incappa però nel cosiddetto paradosso del nonno: si tratta di un assunto di assurdità utilizzato per dimostrare l’impossibilità dei viaggi nel tempo in quanto se un nipote viaggia nel tempo e uccide il proprio nonno prima che questo incontri sua nonna e dia vita a una progenie, diviene impossibile l’esistenza del nipote stesso che non potrebbe così viaggiare nel passato. Lo stesso vale per il progetto che si vede in Tenet: se la gente del futuro organizza la distruzione del passato – e quindi dei propri ascendenti – come fa a essere sicura di garantire la propria esistenza? Il paradosso è risolto qui con la disperazione: le generazioni future sono talmente disperate che “non hanno altra scelta se non tornare indietro“.

La fine o l’inizio?

Tutte queste teorie sfociano in una battaglia finale piuttosto complessa, in cui l’ambivalente struttura noliana raggiunge il suo apice: per evitare la detonazione dell’algoritmo una squadra rossa, in cui c’è anche il Protagonista, si reca in una città nucleare sovietica ma, per raggiungere l’obiettivo, è supportata da una squadra blu, in cui c’è anche il fidato Neil, che si inverte per viaggiare nel tempo un’ora prima e poter garantire intelligence alla controparte rossa; lavorando a distanza di 50 minuti, i due team hanno dieci minuti di sovrapposizione in cui gli uni procedono in avanti e gli altri indietro. Senza svelare troppo, Neil riesce a invertirsi ulteriormente e a essere decisivo nel salvataggio del Protagonista e dell’Algoritmo. È qui che si rivela dunque l’arcano ancora più grande che soggiace a tutta la storia: capiamo infatti che Neil deve morire per garantire la buona riuscita dell’operazione e che questa cosa non può essere cambiata perché tutta la parabola di questo stesso personaggio è una specie di grande mossa a tenaglia temporale. A metterla in campo è lo stesso Protagonista: lui stesso, infatti, comprende nelle scene finali che quella non è la conclusione del suo percorso ma solo l’inizio; sarà lui infatti a fondare in futuro Tenet e a predisporre tutte le pedine in modo che il sé stesso del passato operi come ha fatto fino a quel momento (rivelando allo stesso Neil come deve agire per aiutarlo). “Ciò che è stato, è stato“, come è spesso ripetuto nel film, è capiamo dunque che Tenet non riguarda il cambiare il passato o il futuro, bensì agire (in avanti o indietro) affinché tutto avvenga come deve avvenire in una specie di eterno loop chiamato destino. O realtà.

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[Fonte Wired.it]