Il 2026 ormai alle porte sarà un anno certamente impegnativo per i gestori delle reti di trasmissione elettrica.
Come indicava infatti l’Agenzia Internazionale per l’energia nel suo Electricity Mid-Year Update 2025, il consumo di elettricità è destinato a crescere del 3,7% nell’anno che verrà. Sebbene l’impennata del 4,4% registrata nel 2024 appaia lontana, si parla comunque, valutando anche il +3,3 del 2025, di un valore ben al di sopra della media del periodo 2015-2023. Alla crescita della domanda – trainata dal ruolo dei data center, dall’elettrificazione dell’automotive e in generale dalla pervasività dell’infrastrutturazione digitale in tutti i settori – corrispondono impegni sempre più importanti in materia di trasporto di volumi maggiori di energia ad alta tensione, con relative sfide per prevenire cadute di tensione, perdite e peggioramento della qualità dell’alimentazione.
Il ruolo dei gestori
Inoltre, se l’elettrificazione è una chiave di volta del processo di transizione energetica, il ruolo dei Transmission System Operators (TSO) appare in tutta la sua complessità in quanto la capacità di gestire e manutenere l’infrastruttura, assicurandone stabilità, sicurezza e continuità operative, impatta sulla fiducia di tutti gli attori verso la decarbonizzazione, il cui successo dipende anche dai miglioramenti dell’efficienza energetica oltre che dalle emissioni contenute.
In questo scenario, come ricordava anche il report presentato da Terna e Mind The Bridge dal titolo Innovating The Grid – Mapping Opportunities and Challenges Ahead, ai gestori del sistema di trasmissione spetta, per dare un forte impulso alla transizione energetica, l’aumento della capacità per consentire la trasmissione di una maggiore quantità di energia elettrica, l’integrazione delle fonti rinnovabili intermittenti su larga scala, l’elettrificazione di gran parte dell’economia e la protezione della rete dalle diverse sollecitazioni, cambiamenti climatici compresi. Obiettivi che si raggiungono anche attraverso l’adozione e sviluppo di soluzioni innovative e, più in generale, mettendo in discussione il modo tradizionale di fare business.
Ecco, quindi, l’evoluzione dei TSO in driver di innovazione, in grado di ricercarla non solo all’interno ma anche all’esterno, percorrendo con attori coerenti e complementari le vie che portano sul sentiero della sicurezza, della sostenibilità e dell’accessibilità del sistema elettrico.
L’innovazione e le tecnologie focalizzate specificatamente sulla trasmissione elettrica saranno sempre più rilevanti e anche in quest’ottica il carattere ecosistemico delle iniziative sarà decisivo. Come segnalava l’analisi, le differenze tra Stati Uniti ed Europa, sempre molto marcate per motivi di scala degli attori innovativi e accesso al credito, appaiono più sfumate nel contesto del Gridtech, anche sul fronte dei capitali. L’Europa resto dietro dal punto di vista dei finanziamenti complessivi ma, se nel nostro continente gli investimenti rappresentano l’1,7% del totale, negli Usa sono il 2%, a dimostrazione di impegni ancora modesti in una nicchia che però è sempre più strategica.
In Europa, il 64% delle aziende Gridtech sono startup, il 34% sono scaleup e il 2% sono scaler.
Le startup rappresentano la maggioranza dell’ecosistema, ma catturano solo l’1% dei finanziamenti, mentre il 55% va alle scaleup e il 44% alle scaler. Un aspetto non banale che conferma come gli investimenti fluiscono solo negli stadi più avanzati del processo di innovazione, posto anche che le barriere strutturali rallentano l’ingresso nel mercato, dato anche il contesto fortemente regolamentato. Ecco, quindi che il ruolo di un gestore di reti elettriche come validatore industriale di tecnologie e soluzioni, assume un valore doppiamente rilevante.



