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giovedì, Mar 09

Terre rare made in Europe, il piano



Da Wired.it :

La strategia per rafforzare l’autonomia dell’Unione europea nella transizione verso tecnologie sostenibili, come i veicoli elettrici, e quindi incrementare l’indipendenza energetica, passa da un nuovo piano per l’estrazione, il riciclo e la lavorazione di terre rare e materie prime critiche. È quanto prevede la bozza del Critical raw material act, il nuovo regolamento comunitario volto a spezzare la dipendenza europea dai fornitori stranieri.

In base al testo preliminare del regolamento, visto in anteprima da Euractiv, la Commissione europea intende introdurre degli obiettivi strategici per aumentare l’autosufficienza strategica dell’Europa nel settore delle terre rare e delle materie prime critiche. Tra queste l’antimonio, il berillio, il gallio, il germanio, il titanio e il vanadio sono oggi importate al 100% da paesi terzi. Mentre per altri minerali rari fondamentali, come il litio, dipendiamo al 95% da altri paesi, come riporta il German institute for economic research.

In totale, l’Unione europea ottiene 14 materie prime critiche su 27 dalle importazioni, con una forte dipendenza dalla Cina che rappresenta il più importante produttore mondiale di questi minerali. Risorse considerate un prerequisito fondamentale per il successo della transizione verde e digitale, la cui domanda è previsto vada ad aumentare di circa il 500% entro il 2050, secondo la Banca Mondiale, per la produzione di smartphone, computer e batterie per veicoli elettrici.

Per questo, entro il 2030, la Commissione intende avere il 10% dei minerali critici impiegati dall’industria europea estratti direttamente dal territorio comunitario e un ulteriore 15% proveniente dal riciclo dei prodotti già presenti in Europa. Mentre l’obiettivo più ambizioso riguarda la lavorazione di questi minerali, di cui almeno il 40% dovrà essere raffinato entro i confini dell’Unione.

Infine, il regolamento andrà ad istituzionalizzare delle corsie preferenziali per una lista ristretta di progetti strategici di estrazione, ancora da definire, per i quali verranno concesse autorizzazioni semplificate e rapide, in grado di ridurre a soli due anni i tempi di realizzazione e attivazione dei siti, rispetto agli attuali 10.

L’obiettivo finale è quello di spezzare la dipendenza europea dai fornitori stranieri, in modo tale da non “dipendere più da un singolo paese terzo per più del 70% delle importazioni di qualsiasi materia prima strategica entro il 2030” e ridurre costantemente questa fetta nel corso degli anni successivi. L’iniziativa verrà finanziata con i fondi del Global gateway, la risposta europea alla Belt and road initiative della Cina, per lo sviluppo di progetti di estrazione in paesi terzi.



[Fonte Wired.it]