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giovedì, Mar 16

Terremoto a Cesenatico: la sismicità della zona e i precedenti storici



Da Wired.it :

La Romagna, e in particolare la provincia di Forlì-Cesena, è stata interessata da scosse di terremoto dall’inizio di quest’anno a oggi. Solo il 30 gennaio, riporta l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), sono stati registrati in questa zona otto eventi sismici di magnitudo pari o superiore a 3.0. Lo sciame sismico era iniziato nei giorni precedenti, con le scosse più forti registrate il 26 e il 28 gennaio, entrambe di magnitudo 4.1 e localizzate, rispettivamente, nei pressi di Cesenatico e di Gambettola. Le scosse sono poi proseguite nei giorni e nelle settimane successive, con l’ultima registrata questa mattina, 16 marzo, alle ore 6:34. Di magnitudo 3.0, è stata registrata a quattro chilometri da Cesenatico (FC).

Questa zona, si legge ancora sul sito di Ingv, ovvero la fascia che si trova a est dell’Appennino settentrionale, è caratterizzata da pericolosità sismica alta. Fra gli eventi sismici più importanti rilevati in passato, Ingv ricorda quello di Rimini del 25 dicembre 1786, che ebbe una particolare rilevanza nelle valutazioni di rischio di questa zona e che viene considerato come l’evento culmine di una lunga serie di terremoti che aveva colpito l’Emilia Romagna a partire dal 1779.

L’Ingv ricorda anche l’importanza dell’evento storico per osservare “un singolare ‘cluster’ di terremoti che interessa l’area emiliano-romagnola, e che culmina proprio con il terremoto riminese del 25 dicembre 1786; di questa particolare finestra spazio-temporale sismica fanno parte la lunga sequenza di terremoti che colpiscono il bolognese fra 1779 e 1780 (evento principale il 4 giugno 1779, Mw 5.2) e i terremoti faentini del 4 aprile e 17 luglio 1781 (rispettivamente di magnitudo Mw 5.9 e 5.6). Anche questa caratteristica della sismicità dell’Appennino settentrionale è abbastanza ricorrente, basti pensare alla sequenza seicentesca di forti terremoti in area romagnola (22 marzo 1661, Appennino romagnolo, Mw 6.1; 14 aprile 1672, riminese, Mw 5.6; 11 aprile 1688, faentino, Mw 5.8) o alla più recente sequenza di forti terremoti che fra 1916 e 1920 ‘attraversa’ da est a ovest tutta la catena, sia nei versanti emiliano-romagnoli che toscani”. 

Tornando agli eventi di quest’anno, “si nota come la sismicità attuale si collochi nell’estremità settentrionale della sorgente composita del riminesesi legge in un approfondimento di Ingv del 30 gennaio – rappresentata da faglie inverse sepolte, poste in prossimità della costa adriatica. Si potrebbe quindi ipotizzare a) un proseguimento della struttura riminese verso nord, oppure b) che la sismicità sia legata proprio a una transizione strutturale al bordo del sistema di faglie della costa riminese”.



[Fonte Wired.it]