La superstar dell’edizione 2025 di Lucca Comics & Games è Tetsuo Hara, l’autore di Ken il Guerriero (Hokuto no Ken), arrivato al festival del fumetto e del gioco tra attese, polemiche e annunci a sorpresa. Sul palco del Teatro del Giglio, l’artista è stato insignito del Premio Yellow Kid Maestro del Fumetto, ed è poi stato svelato il suo autoritratto che verrà accolto nella collezione delle Gallerie degli Uffizi di Firenze. Si tratta del primo mangaka ad essere così rappresentato nella più grande collezione di autoritratti al mondo.
Una degna coronazione per un’edizione di Lucca Comics & Games che continua a crescere, con oltre 280mila biglietti venduti e 17mila professionisti coinvolti in 5 giorni di festival: 900 ospiti, 730 espositori per 1500 eventi e 12 mostre. Confermandosi come un punto di riferimento in Europa e nel mondo per la cultura pop contemporanea.
Sul red carpet del Teatro del Giglio, Wired ha avuto modo di parlare faccia a faccia con Hara, catturando la sua reazione al premio e approfondendo il rapporto tra la violenza, così centrale nei suoi manga, e l’aspetto culturale per cui è stato insignito del riconoscimento. “Raffigurare la violenza ha un duplice ruolo: di intrattenimento, ma anche formativo. I combattimenti di Hokuto no Ken mostrano la sofferenza di chi lotta per una giusta causa. Il mio Ken è un simbolo della lotta contro i prepotenti, contro i bulli. Nel rappresentare la violenza, l’ho sempre affiancata all’amore e alla ricerca di giustizia. Solo così può avere un valore”, è la risposta d Hara. In merito al premio alla carriera votato all’unanimità dalla giuria di Lucca Comics & Games, e all’esposizione al museo fiorentino, Hara si è detto “grato e commosso”, perché ha ottenuto in Italia “un riconoscimento che non ho mai visto neanche in Giappone”.
Il successo di Ken Shiro in Europa ha colto di sorpresa il mangaka, come ha raccontato lo stesso Hara in un incontro con la stampa a margine degli eventi. “Ho iniziato a disegnare manga quando avevo 18-20 anni, nella mia piccola stanza. Creavo ciò che mi piaceva, ciò che mi divertiva, era quasi un hobby. Mi sembrava strano che i fumetti realizzati su quella piccola scrivania avessero un riscontro anche nel mondo esterno”. Sono passati decenni prima che Hara realizzasse quanto il pubblico internazionale fosse affezionato a Hokuto no Ken. “Nel 2013 sono andato in Francia, e mi sono reso conto che la reazione del pubblico era estremamente positiva. E che il manga, arrivato in ritardo rispetto al Giappone, stava raggiungendo una nuova generazione di lettori giovani”, aggiunge.
Sono ben note le ispirazioni dietro l’immagine di Ken: l’aspetto dell’eroe, ricorda Hara, è un incrocio tra Bruce Lee e Silvester Stallone, con un pizzico di Yûsaku Matsuda (un celebre attore giapponese che all’epoca aveva smesso di recitare, o aveva solo interpretato ruoli da villain) e di Mad Max per l’ambientazione.




