In pratica, chi sta all’ottavo piano non è solo più ricco, è anche più potente. Ad aver aderito al game show sono otto individui selezionati strategicamente per creare un ensemble eterogeneo. Al primo piano c’è un artista circense zoppo e mite (Bae Seong-woo, Veteran); al secondo vive un’esperta di arti marziali di solidi principi morali (Lee Joo-young, Believer), al terzo troviamo un giovane mediocre e senza personalità (Ryu Jun-Yeol, Alienoid), di cui sentiamo spesso pensieri e riflessioni; al quarto c’è un’impiegata cinguettante e servile (Lee Yul-em, Emergency Declaration); il quinto piano è occupato da una donna di mezz’età arrendevole (Moon Jeong-hee, Seven Years of Night), mentre al sesto c’è un uomo brutale e prevaricatore (Park Hae-joon, Arthdal Chronicles). Infine, al settimo piano si è collocato un ragazzo intelligente e pacato (Park Jung-min, Deliver Us From Evil) e all’ottavo (Chun Woo-hee, Vampire Idol) una giovane donna svampita e disinibita.
Lee Jae-hyuk/Netflix
Di nessuno si sa il nome, ciascuno viene identificato con il numero del piano. Le personalità dei protagonisti sono bidimensionali e poco approfondite, tutti restano poco più che stereotipi per la stragrande maggioranza degli otto episodi della serie. La scelta è intenzionale perché gli autori vogliono che noi spettatori non sviluppiamo, almeno inizialmente, preferenze personali basate sulle caratteristiche individuali dei personaggi. Ognuno incarna un modello (sociopatico, narcisista, altruista e così via), ciascuno è il campione di un esperimento di Milgram estremo. Rinchiusi in un ambiente ristretto, costantemente controllati ma liberi da istruzioni e ordini dispensati dall’esterno, i concorrenti devono trovare modi per intrattenere e compiacere il pubblico per restare in gioco più a lungo e aumentare, di conseguenza, i rispettivi montepremi. Dapprima solidali e collaborativi finiranno, spinti dall’esasperazione di non trovare espedienti per far divertire il pubblico, per infliggersi pratiche sempre più crudeli per continuare a guadagnare. C’è chi si trasforma in vittime e chi in aguzzino, ognuno manifestando all’estremo la propria indole. Siamo incapaci di cambiare la nostra natura, sembra voler constatare lo show, anche quando sottoposti alle prove più disumane, e siamo capaci dei peggiori abomini.