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giovedì, Ago 08

The Boys è il fumetto giusto per chi ama i supereroi (e anche per chi li odia)


La versione deluxe edita da Panini ripropone i volumi a fumetti di Garth Ennis e Derek Robertson che decostruiscono la figura degli eroi alla Superman calcando su violenza ed efferatezza. Imperdibile

In occasione del debutto sul canale streaming Amazon Prime Video della serie The Boys, Panini Comics ripubblica il fumetto firmato da Garth Ennis e Darick Robertson. I comics e il loro adattamento si discostano su molti punti, ma, naturalmente, le premesse sono identiche: in un mondo dove i supereroi esistono veramente, un gruppetto agguerrito di persone normali, i Boys del titolo, si prende la briga di indagarne le malefatte e punirli.

I Boys sono Butcher, inglese dal sorriso diabolico e vendicativo; il gigantesco Latte materno (scoprirete da soli il perché di questo curioso nome), fortissimo e beneducato; il Francese, uno smilzo e squinternato maniaco degli esplosivi e la Femmina, una ragazza orientale muta e di inaudita ferocia (di frequente strappa la faccia agli avversari). A loro si aggiunge, quando Butcher lo arruola, lo scozzese Piccolo Hughie, la cui fidanzata è stata investita (e maciullata) da A-Train, un supereroe superveloce. Hughie, che è identico a Simon Pegg (non a caso l’attore compare nella versione seriale) è il filtro del lettore, che viene introdotto a una realtà agghiacciante, quella che Ennis immagina se i supereroi esistessero veramente, e dove il modello alla Superman buono-bello-eroico-al-servizio-dell-umanità è una mera trovata pubblicitaria servita dai media alle masse.

La verità è che i supereroi sono dei mostri: incuranti della vita delle persone, dediti a ogni sorta di abominio, sono governati dalle passioni più oscene e dalle perversioni sessuali più abbiette (e a volte, francamente esilaranti). Il più forte, attraente e perfetto, colui che ricalca in versione bionda il Superman della DC, si chiama il Patriota ed è i leader dei Sette, il team di supereroi più prestigioso del mondo di cui entra a far parte la nuova arrivata Starlight. Anche lei, come Hughie, conduce il lettore nei meandri del suo nuovo ambiente e viene accolta con uno stupro di gruppo da parte dei membri maschili, il primo di un’infinita lista di abusi e violenze di cui si macchieranno i super nel corso delle storie scritte da Ennis a partire dal 2006.

Ennis odia i supereroi: aveva già scritto i fumetti di Punisher, vigilante marveliano spietato e uberviolento impossibile da annoverare tra le fila dei supereroi classici, dimostrando quanto per lui fosse assurdo concepire i santificati Superman e Wonder Woman. Ennis accoglie l’eredità di Frank Miller e di Alan Moore, che sfornò quel Watchmen che oggi si studia anche all’università dove i Vigilante con maschera e costume (attrezzati o meno di superpoteri) erano efferati e sadici assassini. Il processo di Ennis nel decostruire questa figura fondamentale dei comics è più sistematico: l’autore britannico ne prende ogni aspetto e lo distrugge, calcando (a volte troppo, ma comunque sempre in modo geniale) sulla violenza. The Boys è un susseguirsi di imprecazioni, sesso violento, smembramenti, corpi che esplodono o vengono martoriati nei modi più creativi (spesso grazie alla Femmina, silenzioso e sparuto personaggio tra i migliori mai creati da Ennis) condito di un grottesco umorismo nero.

I “buoni”, i Boys eponimi, sono pazzi furiosi, per lo più mentalmente instabili e, nel caso di Butcher, governati dalla rabbia e dall’istinto di vendicarsi (l’inglese ha un’ottima – e personale – ragione). Il fumetto prende in giro l’abitudine alla X-Men degli autori di inventarsi superpoteri assurdi esasperando questo elemento e in particolare beffandosi dei loro nomi, basti pensare alla Salsiccia dell’amore, enorme e panciuto russo superdotato (in tutti i sensi). Mentre la versione televisiva (parecchio edulcorata e molto più concentrata sull’argomento della manipolazione dei media) fa interagire i Boys solo con i Sette, i comics ci portano in giro per l’America e il mondo presentandoci gli altri team, parimenti debosciati. Ennis prende in giro anche le storie d’amore tra umani e super (come quella, nata sotto una cattiva stella, tra i novellini Hughie e Annie).

Se non ci si lascia impressionare dai toni esagerati dell’opera, davvero “troppa” (troppo efferata, troppo volgare, troppo lasciva) The Boys è un fumetto imperdibile per chiunque sia cresciuto a pane e DC (o Marvel) ed è francamente esasperato dal buonismo dilagante reso ancora più zuccheroso dall’avvento dei cinecomic; l’autore è eccezionale nel creare personaggi esecrabili dalle personalità talmente ben delineate dall’istigare lo spettatore a un’impossibile empatia, e Robertson dà prova di visibili e lodevoli sforzi – un susseguirsi di svariati tentativi – per dare loro l’aspetto più calzante. È ora di scoprire tutta la verità sui supereroi.

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