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The Chronology Of Water, il debutto alla regia di Kristen Stewart presentato a Cannes scuote e sconvolge

da | Mag 19, 2025 | Tecnologia


Kristen Stewart sintetizza il motivo per cui ha voluto osare in The Chronology Of Water quello che sulla carta era un salto mortale, portare sullo schermo l’autobiografico e sconvolgente romanzo La cronologia dell’acqua di Lidia Yuknavitch: «Volevo a tutti i costi firmare io la regia, perché ne avrebbero fatto un film tradizionale, invece doveva essere un poema». Sceglie di mantenere lo stesso titolo, e lo porta a quel Festival di Cannes dove aveva già presentato il suo cortometraggio Come to swim. Rimane nell’universo acquatico, ma stavolta sceglie di raccontare una storia di dolore e talento, straziante e feroce, appassionata e disobbediente.

The Chronology Of Water

Kristen Stewart al Festival di CannesSamir Hussein

Lo fa servendosi del talento di Imogene Potts, attrice con una fisicità vicina a Scarlett Johansson e un primo piano intenso alla Kate Winslet. Interpreta Lidia, una ragazza che cresce in una famiglia che definire problematica e disfunzionale è poco. Il padre è violento e incestuoso, la madre vulnerabile e poco materna, la sorella maggiore una vittima di abusi che sceglie di fuggire di casa per salvarsi. E poi c’è lei, la piccola della famiglia, che riuscirà a uscire dalla casa degli orrori grazie alla sua bravura come nuotatrice. Nella riappropriazione della propria indipendenza anche emotiva scoprirà che gli incubi non finiranno facilmente, da certi traumi non si torna indietro, l’etichetta interiore di «figlia di mio padre» le resta marchiata a fuoco nell’anima e continua a tormentarla qualunque cosa faccia e qualunque relazione abbia. La vita le regala poi altri traumi, un lutto grave da elaborare, le dipendenze come risposta al male di vivere, e Stewart non si tira indietro dal raccontare tutto questo, evitando ogni ipocrisia e retorica. Non ha timore di portare sullo schermo quello che non vorremmo mai vedere.

In The Chronology Of Water i ricordi riaffiorano per lampi di immagini, l’acqua è l’elemento fondamentale in cui abbandonarsi e lasciar andare i dolori più indicibili (una scena che non sveleremo riesce addirittura a far sorridere i protagonisti intenti nella dispersione di ceneri), i corpi sono vivi, incandescenti, orgasmici e affamati di esperienze, l’arte e la scrittura sono l’unica via di una qualche salvezza. Lontana dal voyeurismo e vicina a una concezione di cinema anarchico e ribelle, Stewart sorprende chi guarda con un’opera scomoda, volutamente caotica, forte di una narrazione irregolare che segue una cronologia emotiva, e dunque dissestata. Un cinema sorprendente, nel bene e nel male, che risente delle influenze di Cronenberg come di Lynch, ma anche di Rose Glass di Love Lies Bleeding, capace di comunicare emozioni forti. E non è poco.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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