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giovedì, Apr 01

The Falcon and the Winter Soldier: a chi non piacerà



Da Wired.it :

Lo spinoff degli Avengers dedicato a Sam Wilson e Bucky Barnes non può non piacere ai fan fedeli dei film dei Vendicatori, molto meno ai seriedipendenti più esigenti che si sono appena goduti l’innovativa WandaVision

Avengers: Endgame, il più recente capitolo della saga cinematografica dei Vendicatori, si concludeva con il commiato dei due grandi leader della folta comunità di supereroi che si era unita loro per sconfiggere il fanatico Thanos. The Falcon and the Winter Soldier è la serie, da 19 marzo su Disney+, che descrive il mondo – naturalmente quello dei cinecomic Marvel – dopo che il sacrificio di Iron Man ha riportato in vita la metà della popolazione obliterata dall’alieno. È una serie riflessiva, introspettiva ma comunque densa di momenti d’azione, che descrive un periodo di transizione: quello della vecchia guardia di eroi che passa il testimone alla nuova. Sam Wilson, il soldato con le ali metalliche, e Bucky Barnes, il soldato d’inverno con l’arto d’acciaio sono stati il braccio destro del passato e del presente di Captain America. La serie è la storia di come queste due personalità diametralmente opposte – il primo impulsivo e idealista, il secondo glaciale e cinico – affrontano la perdita del loro “sole” e cercano di raccoglierne l’eredità, per quanto non si sentano all’altezza dell’eroe dalla perfezione abbacinante.

Per chi ha già visto i primi episodi, la scelta è facile: lo spinoff è una goduria per i fan sfegatati dei film degli Avengers ma una cocente delusione per i reduci della recentissima WandaVisionThe Falcon and the Winter Soldier ignora infatti i tentativi di WandaVision di avventurarsi in una tipo di narrazione più moderna e innovativa e si presenta come la versione a puntate di un ideale spinoff di Captain America e il soldato d’inverno, ma caratterizzato dall’assenza di Cap. Spieghiamo. La narrazione viaggia su due livelli: la spy story dalle sequenze d’azione (come quella d’apertura, adrenalinica, dedicata alle peripezie di Falcon) e quella, più meditabonda, incentrata sui “leftover“, in questo caso sia gli orfani di Captain America (non solo i due protagonisti, ma tutta la popolazione americana priva del suo simbolo), sia i sopravvissuti allo sterminio di Thanos che si ritrova a fare i conti con il ritorno, dopo cinque anni, dei “ritornati”. E le conseguenze, come suggeriscono alcune vicende incentrate sulla sorella di Sam, non sono solo a livello emotivo, ma anche e soprattutto economico.

Su due livelli viaggia anche la parte più “character-centric” dello show, polarizzati nell’approfondimento di Sam e di Bucky. Kevin Feige e gli altri boss della Marvel avevano più volte accennato alla volontà di dare spazio a quella miriade di eroi che non avevano avuto sufficienti occasioni per farsi conoscere. In questo caso sceglie due figure apparentemente incompatibili ma inequivocabilmente legate da quell’amicizia comune che ha attraversato le loro vite. A questo punto si profila uno dei problemi di The Falcon and the Winter Soldier: la scelta dei protagonisti. La serie inizialmente alterna le scene incentrate sull’introduzione dei personaggi, della loro situazione corrente pratica e psicologica e dei tormenti che affliggono sia Falcon e Bucky. Il livello d’attenzione dello spettatore oscilla drasticamente, così come le possibilità che la serie conquisti il favore del pubblico: la causa è il Sam Wilson di Anthony Mackie. Nelle prime battute la mancanza di carisma del suo interprete o la natura intrinsecamente poco coinvolgente del personaggio così come viene qui rappresentato si fanno sentire, resta il fatto che ci si appassiona allo show solo quando la regia serve scene dedicate a Buckie. Distrutto dai sensi di colpi per il suo passato omicida, cerca di fare ammenda e di adeguarsi a una vita che in 106 anni non ha mai vissuto e dispensa battute esilaranti. Per fortuna, gli episodi successivi ce li propongono assieme, permettendo all’inconsueta coppia di sfruttare i battibecchi divertenti (ma futili e mortalmente prevedibili) generati da due personalità così diverse.

Dove sono finiti quindi gli espedienti narrativi originali di WandaVision? La geniale metanarrazione che informava i primi episodi? L’audacia con cui i personaggi dei classici supereroi Marvel venivano trasformati in figure al servizio di un’analisi approfondita della psicologia umana, il pretesto per parlare della forza della mente, del potere del lutto e di come la nostra volontà può piegare la realtà? Accantonati, a favore della più convenzionale delle narrazioni. Non che Feige e co. avessero molta scelta: come suggerito all’inizi0, The Falcon and the Winter Soldier descrive gli Usa dopo il pensionamento di Captain America. È un paese che ha bisogno di eroi, o meglio, di un testimonial che incarni i valori di una nazione persuasa di essere la depositaria della giustizia.

Il problema, e viene evidenziato subito, è che quella figura di onestà, correttezza e senso del dovere che ha illuminato il percorso dei Vendicatori fino a Endgame non è Captain America, bensì Steve Rogers. L’eroe con lo scudo stellato ritratto nei poster propagandistici è un caso più unico che raro di perfezione morale. Lo sa bene Falcon, che in Endgame veniva invitato da Cap a prendere il suo posto ma che si ritrova riluttante a restituire lo scudo. Nel cast principale figura infatti anche Us Agent, figura dei fumetti Marvel che attraversa fasi da villain e da supereroe e che con Steve (e con altri personaggi dello show) condivide il processo di potenziamento della forza fisica che lo rende sovrumano. Che il testimone passi a lui in modo definitivo è tutto da vedere, probabilmente The Falcon and the Winter Soldier è il pretesto della Marvel per tastare il terreno e capire qual è, secondo questo, l’erede ideale di Rogers tra questi, Sam e Buckie.

The Falcon and the Winter Soldier si presenta con la rassicurante confezione di un sequel di Soldato d’inverno spezzettato in episodi per adattarsi al formato seriale. Se lo si accetta così, non delude (per ora) i fan dei cinecomic che hanno rivoluzionato il panorama cinematografico hollywoodiano. Per i serie dipendenti che si sono imbattuti in produzioni più pretenziose come le serie Marvel di Netflix, come la psichedelica LegionWandaVision, The Falcon and the Winter Soldier costituisce una visione trascurabile. “Quando le cose vanno bene per un gruppo vanno male per l’altro” è una delle prime battute pronunciate da Falcon nello show, quasi a ricordare agli spettatori, alla fine, che sono loro a determinare il futuro dell’intrattenimento. A voi la scelta.

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[Fonte Wired.it]