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venerdì, Mar 10

The Glory Parte 2 e la catarsi della vendetta



Da Wired.it :

A prescindere dalla nazione di origine, The Glory Parte 2 è un campione di tensione, struttura, meccanica della storia, personaggi coinvolgenti e riflessione morale. La gloria della Kim, insomma. Ma, la gloria del titolo, a cosa fa riferimento esattamente? A un certo punto della narrazione, nella prima parte dello show, viene detto che Ha Do-young è la gloria di Park Yeon-jin, l’incarnazione del successo di quest’ultima come donna nella società, donna che è riuscita a impalmare un uomo ricco, bello, in gamba e a formare con lui e la figlia la famiglia perfetta. È quella gloria che Dong-eun mira a demolire. A metà della stagione, viene presentata una spiegazione più complessa: “Quello che resta è l’onore e la gloria”. In uno scambio di battute esaltante, Do-young e Yeo-Jeong, i due uomini diventati i più importanti nella vita di Dong-eun, si confrontano su questa donna enigmatica e inarrestabile. Il primo si chiede se dopo tutta la sofferenza e l’orrore non abbia più senso perdonare e cercare la felicità. La miglior vendetta però non è essere felici, perché quella felicità è irraggiungibile se le umiliazioni e le torture sono state così ingenti da privare della dignità. I segni di quegli abusi sono indelebili. Solo l’onore e la gloria possono essere restituiti, reintegrati attraverso il pareggiamento dei conti. Le vittime esigono giustizia, e senza quella giustizia, per quanto forzata e brutale, le loro sofferenze sono state inutili.

The Glory (L to R) Song Hye-kyo as Moon Dong-eun, Lee Do-Hyun as Joo Yeo-jeong in The Glory Cr. Graphyoda/Netflix © 2023Graphyoda/Netflix

The Glory è impeccabile a livelle di intreccio e di messa in scena, ma ha la sua forza maggiore nei personaggi. La sua forza è Dong-eun e la sensibilità, profondità e umanità con cui la Kim viviseziona la sua personalità, esibendo l’osceno del dolore, della rabbia e della disperazione, oltre i limiti normalmente mostrati – o ammessi – dal piccolo schermo. Quel personaggio che ci viene presentato, nella sua versione adulta, sempre distaccato, calmo e contenuto è una bomba a orologeria, un vulcano di frustrazione che nella scena più bella dello show sfoga finalmente la sua vulnerabilità. Quel momento travolge lo spettatore, è indimenticabile e sconvolgente. Anche Goblin e Mr Sunshine dell’autrice ne contengono uno di uguale potenza, ma quelle serie erano un fantasy e un period, mentre la verosimile e contemporanea The Glory ha la forza di una storia che può accadere a chiunque, oggi. Poche serie, nella storia della televisione, vantano tale potenza.



[Fonte Wired.it]