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lunedì, Gen 03

The King’s Man – Le origini è una follia divertente che trolla i complottisti



Da Wired.it :

Questa è la cifra del film, la lotta tra una famiglia di agenti segreti (principalmente padre e figlio) altamente allenati e preparati, coadiuvati da servitori altrettanto letali e sofisticati, e un’organizzazione simil-Spectre che invece ha tutti altri fini, che vuole far saltare il banco europeo, che assolda uno dei suoi agenti più fidati, Lenin, per far crollare lo zar (per dire delle assurdità). Insomma un film pieno zeppo di momenti di pura sciocchezza che tuttavia è dannatamente serio nel realizzarli. Perché non manca il fatto che queste grandi figure storiche poi sono dei micidiali lottatori, esperti di arti marziali letalissime, come Rasputin, che padroneggia una forma di lotta mista alla danza popolare russa.

Prima si smette di chiedersi il perché di tutto questo e prima si entra nell’ordine di idee di una piccola follia molto seria, meglio si può godere di un film che fa dell’intrattenimento a tutti i costi il suo obiettivo e che, limitatamente a questo obiettivo, riesce nell’impresa. È facile dismettere questa parodia della vera storia, infarcita di un sentimentalismo familiare molto molto spinto (e buono più che altro per il pubblico della parte orientale del pianeta, più avvezzo a quel tipo di ingenuità), come un affronto, in realtà The King’s Man è un film davvero libero, che non si pone nessun limiti di fronte alla possibilità di divertire e divertirsi. Libero anche dai legami con gli altri film della sua saga, i collegamenti ci sono ma anche come tono e tematica questo è completamente diverso.

Ed è curioso come proprio in questi anni in cui le teorie del complotto fioriscono e prosperano The King’s Man – Le origini sembri fare la parodia di quelle idee. I destini d’Europa nel film sono regolati dall’alto, da un’élite di uomini che manipolano i governi per i propri interessi. La grande organizzazione ha i suoi uomini adepti in ogni governo con il compito di promuovere le politiche più deleterie. Ogni svolta che verrebbe da necessità di stato (come ad esempio l’ingresso nella prima guerra mondiale degli Stati Uniti) in questo film è in realtà frutto di un interesse di questi gruppi di pressione che lottano per orientare le decisioni del presidente Wilson. Mai il cinema aveva rappresentato con questa chiarezza una delle ossessioni paranoiche più diffuse dei nostri tempi. Una trollata eccezionale nei confronti di tutti coloro che vedranno in questo film rispecchiata la loro visione del mondo.

Peter Mountain

Peccato solo che il protagonista d’azione, Ralph Fiennes, non sia davvero in grado di reggere questo ruolo come nel primo film faceva Colin Firth. Perfetto come gentleman Fiennes non ha però il carisma sufficiente poi per caricarsi sulle sue sole spalle tutta l’azione di quella che, lo si capisce a mano a mano che il film procede, è una grande cavalcata epica lungo tutta la prima guerra mondiale e tutti gli eventi storici che sono avvenuti in quegli anni (inclusa come accennato anche la Rivoluzione d’Ottobre). In questo grande pasticcio ordinato, cibo grassissimo e ultracalorico ma di indubbio gusto, che finisce poi nel classico con una coppia da romanzo d’avventura di fine ‘800 (il nobiluomo eroico e il suo aiutante/servitore di un’altra etnia che lo coadiuva nell’azione), la ciliegina sulla torta forse sarebbe stata un protagonista più convincente.



[Fonte Wired.it]