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venerdì, Nov 12

The Shrink Next Door: la commedia nera senza commedia



Da Wired.it :

The Shrink Next Door, dal 12 novembre su Apple Tv+, sembrava una black comedy, la ricostruzione surreale e grottesca di una storia incredibile ma vera firmata dalla brillante Georgia Pritchett di Veep. Lo suggerisce il cast – Will Ferrell, Kathryn Hahn e Paul Rudd sono tre consolidati talenti comici del panorama cinematografico hollywoodiano – e lo staff dietro la macchina da presa (i registi Jesse Peretz e Michael Showalter). Anche il primo trailer suggeriva questa direzione, invece The Shrink Next Door non è la solita commedia (nera) americana, bensì la cronaca di vent’anni di abusi, sfruttamento e prevaricazioni da parte dello psichiatra Ike Herschkopf nei confronti del suo ricco e fragile paziente Marty Markowitz, vittima di un lavaggio del cervello che lo piegò alla sudditanza psicologica fino a tarda età.

Il newyorkese Marty ha ereditato l’azienda di famiglia, una fabbrica di tessuti: è un uomo adulto, più che benestante e responsabile ma timido, impacciato, perseguitato dall’insicurezza e dalla solitudine. La sua indolenza e riservatezza si riflettono in un atteggiamento accomodante e nella tendenza a lasciarsi sfruttare da tutti: non dire mai di no è il suo metodo per schivare quei conflitti esteriori che altrimenti esaspererebbero la sua disperazione interiore. La sorella Phyllis, divorziata riottosa e iperprotettiva, gli suggerisce il colloquio con un terapeuta. Ike è intuitivo, anticonformista, accattivante, e velocemente si impone come il life coach di Marty, arrivando in breve tempo a controllarne ogni aspetto della vita: non solo privato – familiare e sentimentale – ma anche professionale – amministrativo ed economico. Ike è un ignobile manipolatore che individua i punti deboli del proprio paziente e li sfrutta seguendo uno schema rodato che consiste nell’allontanarlo dai propri cari, isolarlo e trasformarsi nel suo unico punto di riferimento; è la figura rassicurante e comoda in grado di affrancarlo dal peso delle decisioni e delle responsabilità foriere di scelte potenzialmente sbagliate e dolorose. Ike è l’amico perfetto che offre felicità e sicurezza, e in cambio chiede solo… i tuoi soldi e il controllo della tua esistenza.

La relazione, snodatasi lungo due decenni, tra la vittima preferita di Ike e quest’uomo debole, buffo e disperatamente bisogno di affetto, è costituita dei pezzi di un puzzle impossibile da decifrare da vicino, tanto che per Marty i segni lampanti della manipolazione – l’installazione di Ike e della sua famiglia nella sua lussuosa dimora negli Hamptons, la supervisione delle attività dell’azienda, il controllo del patrimonio personale – sono mere manifestazioni di affetto di un amico desideroso di stargli stargli vicino. Eppure, Ike è un amico che non cala mai la barriera tra medico e paziente, che non si lascia mai chiamare per nome, che fa pagare le sedute e che ha preso possesso della casa di Marty relegandolo alla funzione di proprio valletto. Ike è un ignobile manipolatore, un vampiro che persuade le proprie vittime a donare il sangue volontariamente.

È difficile portare avanti la visione di The Shrink Next Door fino alla fine: si tratta solo di otto episodi, ma per lo spettatore che parte con le aspettative accennate all’inizio – quelle di godersi una buffa commedia con l’irresistibile interprete di Mugatu in Zoolander e il suo partner professionale – assistere inermi a tutte le vessazioni, gli imbrogli, le crudeltà di Ike è estremamente frustrante. La regia accentua questo sentimento simpatizzando con questo principe Minsky dostoevskiano che è Marty e indugiando sulle bassezze di Ike: non solo la sua innata povertà spirituale – non ha rispetto per la natura e gli animali, è invidioso e permaloso, è ossessionato dalle feste e dai complimenti – ma anche la sua studiata strategia per asservire Marty. Anche la sua condotta ha radici nei propri traumi personali – un padre spregevole, un fratello migliore e più amato di lui – che cura vendicandosi sul paziente, l’invidiato rampollo di una famiglia ricca e amorevole che, secondo Ike, Marty non ha fatto niente per meritare.

I fatti rappresentati lunga la stagione sono strazianti, la regia e la sceneggiatura, meticolosa nel mostrare la giustapposizione dello spasso degli sfrenati party di Ike con la mestizia della vita di Marty. Le interpretazioni di Ferrell e di Rudd – sensazionali – sono tese a evidenziare l’innocenza (e la passività) dell’agnello Marty e la crudeltà del famelico lupo Ike. L’andamento della narrazione – in particolare quando rievoca le vicende legate all’albero di ciliegio e alle carpe koi – è strumentale al coinvolgimento dello spettatore fino al raggiungimento dell’epilogo, premiato con il senso di soddisfazione e di rivalsa verso l’ingiustizia, il desiderio di assistere alla sconfitta del male che è il vero motore della narrativa hollywoodiana. The Shrink Next Door è un tour de force che mette a dura prova lo spettatore fino alla fine, ma ne vale la pena.



[Fonte Wired.it]