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mercoledì, Feb 22

The Strays: l’incubo suburbano ci insegna che il passato torna sempre



Da Wired.it :

La sua quotidianità, nei giorni descritti dal film, è scandita dai preparativi di un party di beneficenza che rappresenta la consacrazione dello status quo di Neve. Una quotidianità spezzata da angosciante visioni: nello specchietto retrovisore dell’auto intravede una figura di colore in un quartiere dove conosce tutti, e a parte i figli, sono tutti bianchi. Alla scuola del figlio fa una sfuriata a un inserviente nero, e alla tanto agognata festa si presentano due ospiti afro non invitati, la goccia che fa traboccare il vaso in cui è custodita la sanità mentale della protagonista. Da quel momento The Strays si trasforma in un film dell’orrore alla Funny Games di Haneke, nel quale la frustrazione accumulata negli anni dai due scomposti aguzzini viene sfogata in un’escalation di violenza repressa e la vendetta assume i contorni di un torture porn. 

Cheryl/Neve è interpretata da Ashley Madekwe di Revenge e Salem, per nulla intimorita dall’interpretare uno dei personaggi più orribili e meschini a cui sia mai toccato il privilegio del ruolo da protagonista. L’antieroina di The Strays è un mostro di egoismo che si approfitta dell’affetto e dell’indulgenza dei suoi cari, inspiegabilmente clementi nel perdonare l’oceano di menzogne su cui ha fondato la serenità di una famiglia che sta per sgretolarsi. Capita assai di rado che l’eroina di un horror sia un personaggio negativo: Cheryl è una sonora eccezione, e il genio di Nathaniel Martello-White, attore e sceneggiatore britannico al suo esordio nella regia, sta nel manipolare e far slittare l’opinione  dello spettatore man mano che la storia procede. Eventi e rivelazioni minano il legame che il pubblico ha instaurato inizialmente con la Neve in cerca di riscatto sociale, instabile e stremata dalla paranoia e da visioni perturbanti, per cucire altri legami molto più contorti.



[Fonte Wired.it]