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The Substance con Demi Moore è l’imperdibile scult di Cannes

da | Mag 20, 2024 | Tecnologia


L’applauditissimo body horror The Substance ruota intorno a questa domanda: se esistesse una sostanza in grado di renderti più giovane e bella/o, o meglio di creare il tuo alter ego perfetto dal punto di vista estetico, la useresti?

Consideratelo un La morte ti fa bella 2.0 (potremmo definirlo La scissione ti fa bella): anche questo è incentrato sull’ossessione per la bellezza e l’eterna giovinezza e punta tutto sulla bravura eccezionale delle sue protagoniste. Il dramma appartiene ai giorni nostri, ancora le donne a 50 anni vengono sostituite in favore di qualcuna più giovane, come accade a Elizabeth Sparkle, protagonista di quest’opera originalissima firmata dalla francese Coralie Fargeat alla sua opera seconda. La sua mano registica è interessante, salda ed esaltante, sa dirigere bene la mattatrice Demi Moore che con autoironia estrema ed altrettanta generosità si presta a tenere sulle spalle (in senso letterale, lo vedrete) tutto il film. Solo da un certo punto in poi – dopo l’iniezione della sostanza del titolo – divide la scena con la sempre impeccabile Margaret Qualley, ormai abbonata ai ruoli inconsueti. Le due attrici giocano con il doppio e lo speculare mettendo in scena la perturbante lotta psicanalitica tra chi siamo stati e chi vorremmo essere.

Il racconto di The Substance parte da cosa accade a una stella di Hollywood quando invecchia. Parliamo sia della stella fisica sulla Walk of Fame, calpestata ed esposta a intemperie e inconvenienti quotidiani di ogni tipo, sia della star Elizabeth, che passata di moda sembra non interessare più. Di certo non interessa più al suo capo, un Dennis Quaid mai così volgare e laido – per colpa sua non guarderete più chi mangia gamberi allo stesso modo- nei panni del capo supremo della tv in cui lavora Elizabeth. È lui il detestabile patriarca che sfrutta le donne come oggetti (del proprio piacere, per il proprio profitto) e trova normale liberarsene non appena le sembrano meno attraenti.

In questo body horror femminista Demi Moore interpreta alla perfezione la sofferenza di una donna che si sente messa da parte, e in generale il senso di inadeguatezza e impotenza di chi si sente maltrattato o considerato “inutile” per via della sua età. E lo fa con una performance che resterà nella storia, anche perché essendo un body horror il suo corpo è centrale. Corpo nudo, squarciato, ricucito, penetrato dagli aghi (per iniettare “la sostanza”), infettato, picchiato, persino vistosamente invecchiato. C’è tutto dentro: il cinema di Cronenberg, Il Ritratto di Dorian Gray, la denuncia alla miopia maschilista di Hollywood come all’ossessione contemporanea per le punturine e le sostanze che promettono corpi perfetti. Verso il finale il film esplode in un intrattenimento pulp più esagerato che mai, flirta con il b-movie e diverte con le sue continue metamorfosi ed iperboli visive. Insomma, preparatevi a vedere tanto sangue, ma soprattutto un film che vi farà ridere, inorridire e riflettere su ciò che siamo diventati, una società di mostri disposti a tutto pur di continuare a piacere a dei perfetti sconosciuti.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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