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mercoledì, Gen 11

TikTok, anche la Commissione europea lo mette in guardia sui rischi per privacy e fake news



Da Wired.it :

TikTok è finito nel mirino dell’Unione europea a causa della crescente preoccupazione relativa alla tutela dei dati personali degli utenti del vecchio continente. In un lungo incontro avvenuto il 10 gennaio, i commissari europei a giustizia, trasparenza, concorrenza e affari interni hanno messo in guardia Shou Zi Chew, amministratore delegato del social, dei rischi in cui potrebbe incorrere la sua compagnia se non dovesse rispettare a pieno il Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr).

L’incontro si inserisce nella cornice dei nuovi divieti contro TikTok emanati negli Stati Uniti, dove l’applicazione è stata proibita su smartphone, tablet e altri dispositivi di proprietà dei governi statali e federali, compresi quelli della Camera. Le restrizioni sono scattate a seguito di una fuga di notizie che avrebbe confermato come i dipendenti di ByteDance, la società madre di TikTok, possano accedere ai dati personali degli utenti statunitensi ed europei e dopo la scoperta che diversi giornalisti statunitensi sono stati spiati proprio attraverso l’applicazione.

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I lavoratori colpevoli sarebbero già stati licenziati, ma è sempre più traballante oltreoceano la posizione dell’app di ByteDancing

Il vertice a Bruxelles

Così, la vicepresidente della Commissione europea per la Trasparenza Vera Jourova, la commissaria per la Concorrenza Margrethe Vestager, la commissaria per gli Affari interni Ylva Johansson e il commissario alla Giustizia Didier Reynders, hanno incontrato Shou Zi Chew per discutere della sicurezza dei dati degli utenti europei, il rispetto del Gdpr, delle nuove direttive europee per il mercato digitale e della lotta alla disinformazione.

In particolare, il commissario Reynders ha sottolineato come qualunque dato proveniente dall’Unione europea debba essere trattato in conformità al Gdpr, soprattutto data l’altissima componente di utenti minori sull’applicazione. Appello ribadito dalla vicepresidente Jourova, per la quale “non ci possono essere dubbi” sulla tutela dei dati personali degli utenti europei, che devono essere “al sicuro e non esposti ad accessi illegali da parte di paesi terzi”.

“Conto sul fatto che TikTok si spinga al massimo per rispettare appieno i suoi impegni relativi al Gdpr, così da riguadagnare la fiducia delle istituzioni europee”. ha sottolineato Jourova, aggiungendo come sia anche “importante che TikTok e altre piattaforme si preparino rapidamente a conformarsi alle nuove norme digitali dell’Unione, al Digital services act e al Digital markets act”. Una fiducia che per ora è in bilico e su TikTok gravano già due indagini da parte del Garante per la protezione dei dati personali in Irlanda, dove l’azienda ha la sua sede legale europea.

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È solo l’ultima puntata di una lunga battaglia tra l’amministrazione USA e l’azienda sviluppatrice di TikTok, la cinese ByteDance. Sull’app gravano pesanti sospetti rispetto alla privacy e alla sicurezza nazionale. 

Fake news e guerra

Oltre alla privacy, la discussione si è poi anche concentrata sulla potenziale diffusione di fake news e contenuti disinformativi provenienti dalla Russia sulla piattaforma, vista la posizione ambigua del governo della Cina rispetto all’invasione dell’Ucraina. In questo contesto, Jourova ha elogiato la decisione di TikTok di aderire al Codice di condotta europeo sulla disinformazione e di aver adottato una rapidamente le stesse sanzioni dell’Unione contro gli organi di propaganda russi su TikTok.

Shou Zi Chew ha riconosciuto la presenza di attori statali non europei che lavorano al fine di manipolare i contenuti della piattaforma, per diffondere disinformazione, e si è impegnato ad affrontare questo problema e di presentare quanto prima una relazione dettagliata sul tema ai sensi del Codice di condotta.

Per ora, quindi, sembra che in Unione europea non verranno imposto divieti e limiti sul modello di Washington. Al contrario, i funzionari europei si sono detti soddisfatti dalle garanzie offerte dall’azienda rispetto alla tutela dei dati personali, al contrasto alla disinformazione e ai preparativi messi in campo per rispettare le nuove direttive europee in ambito digitale.



[Fonte Wired.it]