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lunedì, Ago 31

Tiktok, la Cina si mette di traverso nella vendita



Da Wired.it :

Un nuovo pacchetto di leggi obbliga chi vende all’estero tecnologia sensibile a ottenere un consenso preventivo del governo di Pechino

(Foto: Mario Tama/Getty Images)

L’acquisizione di TikTok da parte di un’azienda americana potrebbe non concretizzarsi mai a causa di un nuovo pacchetto di regole in materia tecnologica approvato dalla Cina. In base alla nuova normativa, tutti i software, applicazioni o programmi che utilizzano l’analisi di testo, il riconoscimento vocale o i suggerimenti di contenuto per essere vendute all’estero hanno bisogno del parere favorevole, una sorta di licenza, del governo cinese. Questo significa che la Bytedance, la società con sede a Pechino proprietaria dall’app, per poter cedere le attività americane della sua app, come chiede il governo degli Stati Uniti, ha bisogno del via libera del governo. Una prospettiva di difficile realizzazione tanto che, come riportato dal Wall Street Journal, un importante funzionario statale ha dichiarata che “la Bytedance dovrebbe interrompere ogni colloquio in corso per la vendita”.

Cosa potrebbe accadere?

Le big company americane interessate all’acquisto, prims su tutte l’accoppiata Microsoft-Walmart, non hanno ancora commentato la nuova strategia del governo di Pechino, arrivata proprio quando TikTok aveva dichiarato di essere vicina a siglare un accordo definitivo. Anche la Casa Bianca non ha rilasciato dichiarazione, ma nei prossimi giorni potrebbero aprirsi diversi scenari. A raccoglierli è il New York Times attraverso alcune riflessioni di Scott Kennedy, consulente senior del Center for Strategic and International Studies di Washington, esperto in politica cinese. “Questa mossa dimostra che la Cina vuole avere voce in capitolo nella questione”, ha sottolineato Kennedy. Con questa nuova legislazione, Xi Jinping potrebbe bloccare definitivamente la vendita cercando di capire se la decisione di Trump di bloccare l’app dagli Stati Uniti sia o meno un bluff, oppure rilanciare cercando di alzare maggiormente il prezzo dell’intera operazione.

E non è la prima volta che la Cina utilizza delle legislazioni ad hoc per bloccare accordi commerciali cercando di imporre la propria influenza nelle trattative con gli Stati Uniti. Nel 2018, Qualcomm ha annullato un accordo da 44 miliardi di dollari con l’azienda produttrice del chip olandese Nxp Semiconductors. Microsoft e Chrysler, sempre in casi simili, sono state indagate dall’antitrust cinese per aver attuato pratiche non concorrenziali.

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[Fonte Wired.it]