Seleziona una pagina


Un gemello digitale salverà la Torre Garisenda di Bologna dal rischio crollo. Le ultime misurazioni indicano uno scostamento rispetto al proprio asse di uno dei simboli del capoluogo emiliano di 340 centimetri, con un’accelerazione del processo di inclinazione, negli ultimi anni, davvero preoccupante. “Nel 2023 i sensori dislocati sulla struttura hanno rilevato segnali di cedimento in una direzione diversa da quella verso cui la torre pende storicamente, e questo nonostante in precedenza siano stati effettuati diversi validi interventi, come il cerchiaggio del basamento di selenite“, spiega a Wired Raffaela Bruni, ex direttore del settore lavori pubblici del Comune di Bologna e oggi responsabile del gruppo di lavoro per il restauro della Garisenda. L’attuale cerchiaggio “di contenimento” è stato fatto con dei tiranti metallici per imbrigliare il basamento in corrispondenza dei conci di selenite; ed ecco spiegato l’aspetto un po’ a botte che ha oggi.

La peculiarità della Garisenda è di essere fatta con una muratura a sacco. La sezione del basamento è composta da 50 centimetri di selenite, poi un conglomerato inerte di calce, ciottoli e laterizi e poi altri 50 centimetri di selenite. Per l’anno 1100 una tecnologia consolidata, ma oggi ci sono tanti problemi. Soprattutto l’acqua che filtra all’interno creando una sorta di osteoporosi del sacco, quindi la sabbia si disgrega e si manifestano vuoti“, sottolinea l’ingegnere. L’impoverimento del sacco, che alla base arriva a misurare 180 centimetri di spessore, è un elemento chiave della debolezza complessiva.

Il gemello digitale della Torre Garisenda con cerchiaggio e tralicci

Il gemello digitale della Torre Garisenda con cerchiaggio e tralicci

Come si crea un gemello digitale

La Torre Garisenda è soggetta a una miriade di variabili relative a fondamenta, terreni, architettura, materiali e loro degenerazione, agenti atmosferici, vibrazioni generate dal passaggio dei mezzi circostanti. Quando alla fine del 2023 il comitato tecnico scientifico del consolidamento della torre ha dichiarato la transizione a regime di protezione civile, è suonato come un allarme. “Oggi, che presiedo il nuovo gruppo, abbiamo regole di ingaggio differenti e la nostra azione non può più prescindere da un gemello digitale“, sostiene Bruni.

L’obiettivo è creare una torre virtuale che assomigli in ogni elemento all’originale, sulla base dei dati raccolti dalla sensoristica e tutte le indagini svolte nel tempo: dalle tomografie orizzontali e verticali, alle analisi di laboratorio sui materiali recuperati dai carotaggi, le prove di schiacciamento sul sacco, etc. “Abbiamo ancora una serie di indeterminatezze fra le informazioni che servono per la costruzione del modello matematico, che di fatto sarà un gemello per testare ogni ipotesi progettuale che stiamo facendo“, aggiunge Bruni. Una delle strategie di intervento più accreditate è quella che è stata impiegata per la Torre di Pisa e basata sull’uso di tiranti. “Un modello digitale ci consentirebbe per esempio di capire l’altezza di posizionamento, il livello di tensione e altri dettagli, poiché la Garisenda non è inclinata rigidamente ma è più piegata nella parte alta. Non è come applicare un carico in un punto di una struttura costituita da materiale omogeneo, come una singola putrella“, dice l’esperto.



Fonte