“Ero abbastanza ossessionato dai Google Glass quando sono usciti“, racconta.
“Quindi eri un glasshole?”, ribatto io, riferendomi al termine dispregiativo che veniva usato per descrivere gli utenti dei Google Glass, una crasi tra glass e asshole.
“Lo ero, lo ero – mi dice ridendo –. E poi mi sono chiesto perché la gente mi chiamasse così“.
Mentre parliamo, il testo della nostra conversazione appare sullo schermo degli occhiali che sto indossando. Il carattere delle parole ha una tonalità verde in stile Matrix, che si estende su tutta la mia visuale. La trascrizione della conversazione è piuttosto affidabile, anche se l’espressione glasshole” è visualizzata divisa in due (glass hole).
Pur avendo un aspetto molto più simile a un normale paio di occhiali rispetto ai Google Glass, quelli lanciati da Lavakare rimangono evidentemente degli occhiali intelligenti nell’aspetto. Lo schermo ha un leggero luccichio nel punto in cui le guide d’onda incontrano il vetro, appena visibile a chi guarda ma che si nota chiaramente quando li indosso.
A parte questi piccoli inconvenienti, il servizio in sé funziona in modo quasi inquietante. In un vivace coworking di San Francisco, con molte persone che chiacchierano intorno a noi, Lavakare e il direttore tecnico di Transcribe Nirbhay Narang mi hanno parlato mentre indossavo gli smart glass. La maggior parte delle trascrizioni erano grammaticalmente corrette e avevano etichette che mostravano chiaramente chi parlava. Funziona tutto talmente bene e le parole appaiono così rapidamente che ho avuto difficoltà a leggere man mano che la conversazione proseguiva, dal momento che le nuove righe di testo apparivano quasi simultaneamente. A volte poi le trascrizioni sono un po’ sgranate e difficili da mettere a fuoco sul momento. Con un po’ di pratica però è facile immaginare come questo strumento possa rivelarsi estremamente utile per le persone con problemi di udito.
TranscribeGlass ha diversi concorrenti. Aziende come Even realities e Xrai producono occhiali dall’aspetto più appariscente e offrono funzioni aggiuntive, come le indicazioni stradali e interazioni con un chatbot. Ma secondo Lavakare sono proprio le opzioni limitate a rendere speciali i suoi occhiali. “Ci sono tutti questi smart glass per cui nessuno ha trovato un caso d’uso fantastico – dice –. Noi pensiamo di averne trovato uno che ha un valore pazzesco per l’utente finale“.