Seleziona una pagina
giovedì, Dic 02

Transizione energetica, i trend da tenere d’occhio per il 2022



Da Wired.it :

“Due italiani su tre ritengono che la ripresa del nostro paese non possa prescindere dallo sviluppo green e dalla lotta al cambiamento climatico. E oltre il 50% della popolazione è convinto che la transizione energetica possa creare nuovi posti di occupazione”: questi due dati, citati dal presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli, mettono in luce la grande apertura collettiva verso le energie rinnovabili, con la consapevolezza diffusa del loro ruolo essenziale per il futuro e con un cambiamento culturale che pare già in buona parte avvenuto.

Un tema a cui Wired ha dedicato per intero uno – il terzo, per la precisione – dei sei appuntamenti di Trends, centrati sulle visioni per l’anno che verrà e pensati per delineare le tendenze tecnologiche, economiche e culturali per il 2022. E a proposito di transizione energetica, una delle domande di partenza è stata proprio focalizzata su quali siano i benefici maggiori che vengono percepiti. Come ha spiegato Pagnoncelli, “I vantaggi secondo gli italiani non riguardano solo la tutela della salute della collettività e la protezione dell’ambiente, ma il 38% delle persone ha anche aspettative di risparmio, e il 22% pensa di poterne ottenere dei guadagni concreti in termini economici”.

Uno degli aspetti centrali per la trasformazione energetica, e quindi per la transizione ecologica in generale, è costituito dalla rete elettrica nazionale. Se n’è parlato sul palco con Massimiiano Garri di Gruppo Terna, analizzando come la tecnologia e l’innovazione possono favorirne lo sviluppo. “Grazie alla realtà virtuale e alla realtà aumentata si cerca di tutelare le persone nel momento in cui svolgono le attività, permettendo loro di simulare i compiti sulla rete elettrica e svolgere il processo di addestramento in un contesto di totale sicurezza, ha spiegato. “Questo permette, anche a livello esperienziale, di comprendere se una persona sia o meno predisposta allo svolgimento di attività operative”. Un esempio, tra i tanti, come la tecnologia possa fungere da leva per supportare il processo di cambiamento verso una gestione energetica più tecnologica e sostenibile.

Dalle terre rare ai comportamenti individuali

Molto spesso nelle cronache giornalistiche si parla della carenza di terre rare, e in particolare della scarsità di risorse primarie per supportare la transizione energetica e il processo di innovazione. Ha cercato di fare chiarezza sull’argomento Nicola Armaroli, dirigente del Cnr: “Anzitutto, occorre chiarire che le terre rare sono un gruppo ben definito di elementi chimici (lattanidi, litio e scandio) e non sono presenti ovunque nelle tecnologie energetiche. Per esempio, non si trovano nelle batterie, come molto spesso erroneamente si sente dire. In realtà, le terre rare sono molto più abbondanti di tanti altri elementi chimici che conosciamo molto bene, come per esempio l’argento, il rodio o lo zinco”. Non a caso, infatti, il loro nome deriva dalla conoscenza che se ne aveva in passato: “Si chiamano così principalmente per motivi storici, e perché questi elementi sono raramente trovati in concentrazioni elevate per essere sfruttati in maniera economicamente conveniente, almeno secondo gli standard tradizionali.

Insomma, se da un lato il problema delle risorse primarie sembra non spaventare più di tanto, dall’altro preoccupa la disponibilità di dispositivi da parte dell’industria, e questo tema apre le porte a una delle principali sfide del prossimo futuro. “In termini numerici, nei prossimi 10 anni dovrebbe aumentare di almeno 6 volte la produzione di pannelli fotovoltaici e di 20 volte la produzione di batterie al litio”, ha aggiunto Armaroli. “Non è affatto banale che l’industria mondiale riesca ad avere questa accelerazione improvvisa nel giro di così poco tempo”



[Fonte Wired.it]